Omelia (25-10-2001)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Ora liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e come destino avete la vita eterna. Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.

Come vivere questa Parola?
Essere servi o liberi? La pericope di Paolo proposta nella prima lettura gioca fondamentalmente su questa scelta di fondo. E, a nostro incoraggiamento, ci viene detto che il servire Dio ci scaraventa fuori dalla vera schiavitù. Schiavi, infatti, si è del peccato, o delle passioni disordinate che spingono al peccato e, per conseguenza, ci dirottano alla morte. Servire Dio (che è stata la vocazione di Gesù e quella della Vergine di Nazareth) è regnare come diceva S.Elisabetta regina di Ungheria che servì Cristo nei poveri del suo popolo. Se, come ha messo bene in evidenza Paolo, l'essere schiavi del peccato conduce alla morte, la decisione di servire Dio conduce a godere dell'orizzonte ampio e luminoso della vita eterna. Non solo: già qui e ora il "salario del peccato" è scontento, amarezza, depressione, confusione dentro giornate segnate già dalla morte spirituale. Al contrario il servire Dio in Cristo Gesù, e dunque con le energie del suo Spirito, fa spazio alla vita eterna che già nelle nostre giornate fruttifica amore, pace, gioia e benevolenza verso tutti.

Oggi, nel mio rientro al cuore, invocherò molto Maria Santissima. La percepirò vicina a me e le chiederò di diventare eco esistenziale di quella sua parola vissuta da Lei permanentemente: "Ecco, io sono la serva del Signore; si compia in me la sua Parola",

La voce di una reclusa del xx secolo
Dio asseconda chi è generoso, infondendo maggior grazia, luce, gioia perché corra la "via stretta" con tanta più facilità di quando andava a tentoni per la "via larga" sulla quale si trovano sempre stanchezza e timore.
Sr. Nazarena Crotta