Omelia (27-10-2001) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno I desideri della carne portano alla morte mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace. Come vivere questa Parola? Nella sua lettera ai Romani, Paolo ha parlato a lungo della schiavitù che si contrae col peccato e della libertà che invece trionfa in noi se diventiamo, per amore, servi del Signore. E' dentro quest'ultima condizione che la nostra diventa una vera vita spirituale, cioè lasciamo che in noi prendano il sopravvento i desideri dello Spirito. Del resto questo Spirito non è lontano, fuori da noi; ma –come dice S.Paolo- "abita in noi". Noi siamo i nostri desideri; ci definiamo a seconda delle aspirazioni che abbiamo in cuore. Se i nostri desideri riguardano il trionfo della verità, della giustizia, della bellezza, della bontà e ogni altra positività significa che veniamo facendo piazza pulita dentro di noi, delle bramosie dettate dall'egoismo: quelle che S.Paolo chiama "desideri della carne". Rifiutiamo queste radici amare, le estirpiamo dal cuore sapendo che, soddisfatte, portano alla morte. Ma i desideri dello Spirito, che al contrario portano la persona a sperimentare una qualità nuova di vita permeata di pace, noi dobbiamo coltivarli con le energie dello Spirito chi ci abita. Così come coltiviamo in giardino i fiori che lo rendono un luogo delizioso di bellezza e di pace. Oggi, nel mio rientro al cuore, faccio professione di fede adulta e profonda, nello Spirito che abita in me. Lo prego: "Aiutami, o Spirito dell'Amore, a fare spazio e a coltivare in me i tuoi desideri che mi conducono, già qui e ora, alla vita e alla pace". La voce di un antico Padre della Chiesa Più la pioggia cade abbondante più impregna la terra. Più invochiamo assiduamente il nome di Gesù e più Egli intenerirà la terra del cuore facendola fiorire di santi e lieti desideri. Esichio il Sinaita |