Omelia (30-10-2001) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi. [...] Sappiamo bene che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente [...]. Nella speranza siamo stati salvati. Come vivere questa Parola? L'affermazione di Paolo (che è parola di Spirito Santo!) è un caposaldo del nostro credere e sperare. Non c'è paragone tra la nostra condizione presente segnata dal dolore, dal limite, dall'imperfezione e quello che ci attende. Non solo non ci sarà più pianto, ma saremo immersi nella gioia per sempre. L'immagine che Paolo usa per esprimere questa nostra situazione, in cui abbiamo "le primizie dello Spirito" è molto significativa e intensa. Dice che noi ora soffriamo sì, ma come la donna quando soffre i dolori del parto. La sua è una sofferenza gioiosa perché sta per dare alla luce un figlio. E' così anche per noi. Nulla del nostro patire va perduto, se il nostro vivere è fondato sulla Parola, se i nostri sono gemiti di speranza in sintonia con tutta la creazione che attende di essere immersa nella gloria di Dio. Oggi, nel mio rientro al cuore, sosterò a immergere la mia giornata in questa luce di speranza. Chiederò allo Spirito Santo di vivere i miei giorni nell'attesa cosciente della manifestazione gloriosa del Signore: un'attesa piena d'amore. La voce di una reclusa del XX secolo Nelle ore più oscure, pensi all'«ancora un poco» (Eb 10,37) – l'attimo fuggente della vita – e al «per sempre» (Eb 7,24) dell'eternità. Nazarena Crotta |