Omelia (18-04-2021)
padre Paul Devreux


"In quel tempo, i due discepoli che erano ritornati da Emmaus narravano agli Undici e a quelli che erano con loro, ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane".

Siamo tornati alla prima venuta di Gesù, la domenica di pasqua, quella che i discepoli raccontarono a Tommaso che non c'era.

Comincia con il racconto dei due di Emmaus, che lo hanno riconosciuto quando ha spezzato il pane, cioè quando ha rifatto quello che ha fatto nell'ultima cena, dicendo: "Fate questo in memoria di me", cioè fatevi pane gli uni per gli altri, come ho fatto io, e come di fatto i due discepoli avevano appena sperimentato, scoprendo che era Gesù che non solo camminava con loro, ma che si era messo al loro servizio per ascoltarli e poi per rispiegargli la loro storia, con una chiave nuova; quella appunto della scoperta di un messia che non viene a comandare ma a servire, facendosi pane per loro e per tutti.


"Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro".

Gesù viene e sta in mezzo a loro, come fa anche oggi, in mezzo a noi. Ma qui Luca vuole insistere sulla presenza fisica di Gesù, tanto che lo fa mangiare davanti ai discepoli. Anche noi oggi abbiamo bisogno di questa visibilità. Gesù può farci fare quest'esperienza in mille modi diversi, ma quello più classico è quello che ci viene dalle esperienze di provvidenza. Parliamone: La provvidenza è quasi sempre un'esperienza che possiamo classificare anche come un caso di fortuna. Il problema nasce quando questi casi di fortuna si moltiplicano, tanto da farmi pensare che dietro questa fortuna ci sia qualcuno. Se ci sto attento, guardando a questi casi, posso progressivamente cogliere la presenza reale del Signore accanto a me, tanto da vederla anche nella sfortuna.


"Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture".

Peccato che qui Luca non ci dice cosa Gesù gli ha spiegato. Ma gli avrà fatto vedere che già nell'Antico Testamento, si può vedere che il progetto di Dio è quello di aiutare l'umanità non con la forza ma con l'amore.


"Gesù disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni".

Con conversione s'intende cambiare modo di ragionare, privilegiando il servizio al potere, come Gesù ha fatto.

Il peccato è tutto ciò che mi impedisce di vedere in Dio un Padre, rendendomi orfano, solo, e costretto a vivere sulla difensiva, a costo di fare del male. Il Per-dono è il dono di scoprire il volto di Dio che Gesù ci rivela. Se ho scoperto questo, questo posso testimoniare, affinché altri facciano questa scoperta.


Buona domenica.