Omelia (12-09-2004)
Monaci Benedettini Silvestrini
Guai a voi, farisei!

I «guai» scagliati dal Signore contro scribi, farisei e dottori della legge sono l'esatto opposto delle beatitudini. Queste sono frutto e conseguenza del bene riconosciuto, amato e praticato, quelle derivano invece dalle cattive azioni e particolarmente dalla falsità e dall'ipocrisia. Per questo Gesù paragona i suoi nemici a «sepolcri imbiancati», belli all'esterno, ma pieni di putredine all'interno. Viene condannata con particolare severità tutto ciò che è finzione ed ipocrisia nell'ambito religioso. Ne sono campioni e rappresentanti autorevoli i farisei, che amano i primi posti nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze. Ai nostri giorni si comportano così i rappresentanti di cosche mafiose che esigono riverenza, ma poi si macchiano di orrendi delitti. Viene condannato tutto ciò che è formalismo esteriore e che ingenera la falsa convinzione che tutto si possa compiere ed esaurire con gesti esterni e riti formali. Il Signore li identifica in coloro che pagano «la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgrediscono la giustizia e l'amore di Dio». Oggi li potremmo riconoscere in coloro che credono che basti far calare una moneta nel bussolo o sottoscrivere l'offerta dell'otto per mille per adempiere ogni dovere religioso. Praticare la giustizia e l'amore richiede ben altro impegno.