Omelia (11-04-2021)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)
Commento su At 4,32-35; Sal 117; 1Gv 5,1-6; Gv 20,19-31

Leggendo le letture di oggi ho avuto un pensiero un po' presuntuoso ma ispirato dall'attenzione al loro significato: io invertirei l'ordine con il quale sono lette nella celebrazione liturgica!!

Ciò non per spirito di ribellione o di bastiancontrarismo ma perché mi pare che dal testo del Vangelo di Giovanni scaturisca la ragione e il significato degli altri testi.

Gesù apparendo ai discepoli ancora chiusi per paura e per insicurezza dopo i fatti della Passione e della Risurrezione capisce il loro stato d'animo e con amorevole sollecitudine mostra loro i segni delle sue ferite per farsi ben riconoscere e poi dà loro il mandato dell'annuncio missionario senza saggiarli con interrogatori né caricarli di raccomandazioni, ma dando loro piena fiducia sulla base del riconoscimento che essi mostrarono "gioiendo" alla sua vista.

A Tommaso, sebbene non gli lesini la vista e addirittura il tocco delle sue ferite, Gesù rimprovera non tanto la ricerca di sicurezza diretta quanto la sfiducia nella testimonianza dei compagni che verso di lui compiono il primo annuncio!

Gesù con questi gesti e queste parole ci invita forse a superare la nostra ricerca di segni ( miracolosi o prodigiosi, prove scientifiche...toccare con mano!) ma di avere fede - fiducia nell'annuncio, fede nella testimonianza dei fratelli, fede nella voce dello Spirito donatoci e che parla in noi; Tommaso sebbene avesse condiviso con gli altri discepoli l'esperienza del cammino con Gesù non si fida di loro, non pensa a tutto ciò che aveva vissuto con loro e con Gesù ma di fronte alla situazione drammatica del post Resurrezione cerca un "segno tangibile, prodigioso" per credere .

Da questo incontro con i discepoli e dalla definizione che Gesù dà della vera fede discendono le riflessioni di Giovanni nella sua lettera e i comportamenti della prima comunità raccontati negli Atti.

La fede in Gesù ci genera come figli di Dio e da questa figliolanza deriva l'amore per i fratelli e le sorelle e il cerchio continua nella circolazione di Amore tra noi, Dio, l'umanità e dei fratelli verso di noi in virtù della fede in Gesù: la figura del cerchio non ha fine né inizio, si può percorrere all'infinito!!

La fiducia nell'annuncio dei discepoli e la loro testimonianza è la fonte della prima comunità in cui non tutti avevano visto Gesù risorto e messo il dito nelle sue piaghe ma con amore reciproco attuano ciò che Gesù aveva predicato: la piena condivisione, l'aiuto premuroso, l'abbandono delle preoccupazioni materiali che non erano scomparse ma venivano superate dall'amore scaturito dalla FEDE.

E anche il salmo, temporalmente lontano dai tempi dei testi evangelici, ripercorre il cerchio dell'Amore e della fede: "Il suo Amore è per sempre"

La fede compie da sola prodigi e salva ciò che l'incredulità non vede o non considera,(la pietra scartata è diventata testata d'angolo...), ci risolleva dalle dure prove (Il Signore mi ha castigato duramente ma non mi ha consegnato alla morte ) ci dona la gioia interiore che non è riso perché Gesù non è "venuto con acqua soltanto ma con acqua e Sangue " testimoniando che non ha allontanato da noi la sofferenza e la fatica ma ci ha donato la fede per credere che tutto ha un senso e tutto si giustifica nell'AMORE!


Domande per Revisione di Vita

- Pensiamo alle volte che di fronte alla sofferenza viviamo la tentazione di chiedere a Dio prodigi e salvezze "miracolose" e facciamo fatica a farci prossimi ad essa nell'amore

- La fede è anche possibile verso noi stessi? Quante volte ci lasciamo fermare dalla preoccupazione di non essere capaci, di considerarci pietra povera e non ricordiamo che abbiamo in noi lo Spirito?

- Che spazio ha nella nostra vita la condivisione gioiosa sull'esempio della prima comunità? Del nostro tempo, della nostra casa, dei nostri averi, della nostra FEDE?


Abbassetti Marinella di Torino