Omelia (16-05-2021)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)
Commento su At 1,1-11; Sal 46; Ef 4,1-13; Mc 16,15-20

L'ascensione di Cristo ha in sé l'allegoria mai presa in considerazione e sufficientemente contemplata, che è la seguente: Gesù esce dal nostro spazio per fare ingresso nella pienezza della gloria di Dio. Ma il suo ritorno al Padre ha un notevole interesse anche per noi e per tutto il creato. Egli, ascendendo al Padre, con sé porta anche la nostra umanità, il cosmo e sedendo alla destra ci siamo anche noi perché tutti in lui. L'ascensione è anche la ricapitolazione in Cristo non solo dei compiti attribuiti all'uomo ma anche di ciò che accade in cielo, le cui porte antiche hanno sollevato i loro frontali quando è entrato il re della gloria, portando in offerta al Padre l'intera creazione. Cristo, glorificato e sommo sacerdote, intercede per noi e grazie a questa il Padre invia su di noi il suo Spiritose mezzo del quale si compie la volontà di Dio: la glorificazione dell'umanità.


L'ascensione di Gesù può essere considerata come il suo esodo da questo mondo al Padre, dopo quaranta giorni da lui utilizzati per istruire i discepoli a fare ciò che egli ha fatto e dire ciò che ha detto, per convincerli che lui è veramente il Messia, il Figlio che Dio ha inviato per dimostrarci quanto ci ama, ma è anche un invio dei discepoli, una missione da Gerusalemme, al mondo, che dura tuttora, per dirci che Dio è con noi ( presenza reale ma assenza fisica. perché non lo possediamo, non è un idolo) in quanto lo possiamo vedere nei nostri fratelli.


L'ascensione non è un episodio a sé stante, ma deve essere meditato nella globalità del mistero pasquale. Compreso tra Pasqua e Pentecoste, è il tempo in cui il Risorto istruisce i suoi ad un nuovo rapporto, a un momento di passaggio che li porterà ad abbandonare la loro terra per una terra a loro sconosciuta, in questo spinti dallo Spirito del Risorto, innalzato dal Padre alla sua maestà regale.


Dopo l'ascensione Gesù rimane in mezzo ai suoi, in missione, in maniera invisibile e essi sono sollecitati a riconoscerlo nella parola, nei sacramenti, nei fratelli. Siamo, soprattutto, invitati a testimoniarlo risorto, qua sulla terra per collaborare alla crescita del suo regno, come Dio Padre desidera. Luca descrive l'ascensione non come l'altra faccia della resurrezione di Cristo ma come l'inizio di un tempo nuovo, una tappa del piano di Dio: il tempo dello Spirito, della Chiesa missionaria, della buona novella, affidata a noi, gli amati del Signore. Anche il Salmista canta l'annuncio profetico della misteriosa realtà dell'ascensione di Cristo Gesù risuscitato, che ascende nella gloria del Padre, siede alla sua destra in attesa del giorno escatologico, in cui consegnerà al Padre tutte le nazioni. L'apostolo delle genti medita sul duplice mistero dell'ascensione e dell'effusione dello Spirito. Il Cristo che è disceso dal cielo fino alle profondità della terra è lo stesso che, risalito in cielo siede alla destra del Padre, invia lo Spirito, il quale protegge la Chiesa dalla: discordia fra cristiani, il rifiuto della diversità dei ministeri, le dottrine eretiche.


L'evangelista Marco ci dice che, a colui il quale ha toccato il fondo della miseria umana, Dio conferma la sua compiacenza, che noi dobbiamo annunciare a tutto il mondo, perché tutti sappiano che un nato da donna siede alla destra di Dio e ivi attira anche i suoi fratelli.


Revisione di vita

- Siamo del parere che la salvezza non è automatica senza la fede che i sacramenti esprimono e vivificano?

- Crediamo ancora che Gesù è, vero Dio e vero uomo, nonostante i veleni presenti nella nostra cultura scettica e corrosiva?

- Siamo capaci di far capire che la terra i cui viviamo non è abbandonata da Dio, anche in questo tempo di pandemia, ma custodisce i passi silenziosi di Dio che si è fatto uomo?


Marinella ed Efisio Murgia di Cagliari