Omelia (09-05-2021) |
don Roberto Rossi |
Dio è gioia per noi. Tutti cerchiamo la serenità, la pace, la gioia... eppure ci sono tante tensioni, nervosismi, scoraggiamenti, depressioni, cattiverie gli verso gli altri, anche per piccole cose. Gesù ci dice: "La mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena... Cos'è la gioia? Non è lo schiamazzo, la trasgressione, fare quel che mi pare, in maniera egoistica, solo il divertimento, il riempirmi le giornate di cose (consumismo), coltivare dei vizi... Queste cose vengono presentate come gioia e molte volte sono una rovina. La bontà, l'amore, la gioia... sono cose che si dicono a parole, ma in realtà si vuole qualcos'altro. Nel film CASOMAI, che qualche volta presentiamo alle coppie che si preparano al matrimonio, il sacerdote del film, per denunciare l'atteggiamento ambiguo della società, così si esprime: "Non sarà per caso che due persone che si amano fanno paura. A chi? All'infelicità. L'infelicità sembra diventata il motore del mondo. Rende parecchio. Due persone divise spendono di più di due unite: due case, due automobili, due lavatrici, due dentifrici... Tutto doppio... anche l'infelicità. Le persone infelici spendono di più, perché hanno bisogno di premiarsi, cercano un appagamento... Possiamo pensare a tutti quelli che ci guadagnano, più la gente litiga; questo nella nostra vita sociale e nelle guerre e negli sfruttamenti del mondo. Gesù ci offre parole di amore, di pace. Abbiamo un testo del Vangelo in cui ogni espressione è come un raggio di luce che esce dal cuore di Cristo e illumina, dà senso, coinvolge, ci trasforma. Parole, espressioni, che vanno lette lentamente, accolte nel cuore, percepite nella profondità di una vita che viene proprio da Dio. Gesù dice: "Rimanete nel mio amore". Ci siamo già soffermati su questo: in che modo posso rimanere nell'amore di Gesù? Con la fede, con l'amore, con il cuore verso di lui e con l'amore concreto verso le persone. Gesù afferma: "Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena". È molto preoccupato Gesù della nostra gioia, vuole la nostra gioia. Ci sorprende che faccia questo discorso a poche ore dal suo arresto, quando lo prenderanno, lo flagelleranno, lo metteranno sulla croce. Lui parla di gioia. Non perde la gioia del suo rapporto profondo con il Padre, del suo amore infinito verso tutti gli uomini. Anzi è preoccupato e vuole che la nostra gioia, che la gioia degli uomini sia piena di quella che è la sua luce, che è il suo amore. Ci tornano alla mente le parole di S. Paolo: "Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto, siate lieti". Ricordiamo anche la testimonianza e le parole di papa Francesco: "la gioia del vangelo", "gaudete et exultate". Gesù continua dicendo: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come Io vi ho amato. Possiamo chiederci come ci ha amato? Dice:"Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici". Lui ha fatto così, ha dato la vita per tutti noi e l'ha data pienamente, non ha tenuto nulla per sé, è morto per noi, è morto perché noi avessimo la vita. Dare la vita, non toglierla. È un imperativo anche per ciascuno di noi. Dare la vita, dare qualche cosa di noi, del nostro tempo, delle nostre capacità, dei doni che abbiamo ricevuto... Dare la vita, non toglierla! Mi ha colpito e addolorato la frase che ho letto in alcuni manifesti lungo le strade: "con una certa pillola... aborto sicuro". Che scempiaggine! Dovremmo scrivere su tutti i muri, su tutti i manifesti: "noi vogliamo una vita sicura e daremo la nostra vita perché tutti abbiano una vita sicura, dai più innocenti, ai più poveri, a chiunque". Gesù sottolinea anche il rapporto di amicizia che stabilisce e che vuole stabilire con ciascuno. "Voi siete miei amici se fate ciò che io vi comando, non vi chiamo più servi, vi ho chiamati amici", perché vi ho fatto conoscere il Padre, il suo progetto di salvezza, vi ho fatto conoscere la verità di Dio e la verità dell'uomo, ho confidato a voi le cose più grandi: così voi siete amici per me. "Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi". A volte possiamo avere l'illusione di essere noi i bravi, perché preghiamo, andiamo in chiesa, viviamo una certa vita cristiana... No, è il Signore che buono, che è santo. È lui che ci ha scelti e noi scegliamo colui che ci ha scelto. Afferma che ci ha scelti non per bellezza ma perché andiamo e portiamo frutti di bene, di amore, di pace, di vita. E conclude: "Questo è il mio comando: che vi amiate gli uni gli altri". Sentirci amati, rimanere nell'amore di Cristo e amarci gli uni gli altri come fratelli, come sorelle: dovremmo imparare ad amare, non qualcuno, non ogni tanto, non quando ci piace, non per sentirci buoni, ma imparare ad amare sempre. Può sembrare difficile? Pensiamo: Gesù ci ha dato un comandamento nuovo, ma ci ha dato e ci dà anche il suo Spirito Santo, che è Dio amore, perché ami in noi e ci insegni ad amare e ci sostenga nell'amore; ci perdoni tutti i nostri peccati contro l'amore e ci porti a vivere con umiltà ma in profondità l'amore, la bontà del cuore, l'aiuto vero verso ogni fratello o sorella. Vivere nell'amore per avere la gioia piena che il Signore dona. Un giovane sacerdote, d. Alberto Ravegnani, nel suo apostolato particolare rivolto ai giovani, dice a ciascuno di loro: "Vuoi una vita bellissima? Rendi bella la vita degli altri!" Mi ha colpito la testimonianza e l'annuncio continuo di Chiara Amirante, animatrice del Movimento Nuovi Orizzonti, la quale, pur in mezzo alle difficoltà e alle scelte di mettersi a servizio di tante situazioni difficili, annuncia e promuove sempre la gioia. Tanti i suoi discorsi, vari i suoi libri, come "E gioia sia", "Dio è gioia". Chiara Amirante, partendo dalla visita che papa Francesco ha fatto alla sua comunità, condivide in questo ultimo libro un percorso alla scoperta della gioia piena per imparare a passare dalla tristezza alla pace interiore, gestire gli stati d'animo e i pensieri negativi, superare l'ansia e la rabbia, liberarsi dalle dipendenze, affrontare la sofferenza trasformando le difficoltà in opportunità. |