Omelia (16-05-2021)
don Mario Simula
L'Amore "assente" e fecondo

E' il momento del passaggio. Nulla si interrompe. Ogni cosa ormai è "fatta nuova". Il volto della terra è aperto alla Bellezza dello Spirito.

Gesù dice: "Io me ne vado per poter restare. Con voi. Dentro di voi".

Sembra un messaggio incomprensibile. Come può avvenire che Gesù ci lasci? Ritroviamo in noi l'orfanezza del nostro unico Amore?

Tante volte, è vero, ci siamo allontanati noi da Lui, per camminare verso Emmaus, villaggio della delusione e del disincanto.
Gesù si era fatto trovare sempre. Anzi ci aveva cercato Lui, affiancandoci lungo la strada.

Aveva riattizzato il nostro cuore spento. Aveva messo sulla mensa del nostro sguardo e del nostro cuore il segno del pane spezzato per farsi riconoscere come il Signore Risorto.

Un'altra esistenza era sbocciata d'improvviso, mettendoci ali leggere ai piedi.

Dovevamo correre per raccontare.

Così è avvenuto più spesso nella nostra storia di credenti fragili. Anche se sempre esitanti alla porta.

Ormai Gesù sarebbe rimasto in mezzo a noi per sempre. Non ci avrebbe più lasciati. L'avremmo visto comparire attraverso le porte chiuse, per portarci la certezza delle piaghe gloriose e la sovrabbondanza della sua pace.

"Io me ne vado".

Un'altra perdita dolorosa? Definitiva?

Il mio cuore parla, ricordando, e ripetendomi tutte le parole che non posso dimenticare. Sono stampate a fuoco. Sono incise sulla roccia. Sono il sigillo dell'Amore che non delude.

"Non vi lascio orfani".

Allora è vero che sarà sempre con noi. Allora è vero che non si è pentito di noi. Allora è vero che ci ama come la sua famiglia, come il piccolo gregge.

"Vi mando lo Spirito Santo. Starà con voi sempre. Ravviverà ogni giorno la memoria del vostro cuore. Vi rivelerà ogni cosa. Soprattutto tutto ciò che di me non conoscete. Compirete meraviglie più grandi di quelle che io stesso ho compiuto quando ero con voi. Di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra".

"Fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi".


Dove va Gesù?

Gesù ritorna al Padre. Su di noi riverserà a piene mani il Suo Spirito. L'Amore.

Lo spirito ci aiuta, collabora con noi, ci consolida, è il nostro garante, ci assicura. Diventeremo così forti e coraggiosi che potremo andare in tutto il mondo missionari nel nome di Gesù, per narrare l'esperienza vissuta con Lui, per moltiplicare fino alla fine dell'umanità, davanti ad ogni uomo e donna, il dono che abbiamo ricevuto.

Adesso i nostri occhi guardano in alto con nostalgia. Guardiamo per prendere forza dal Signore Risorto. Pronti a rituffarci, senza fughe, tra i meandri del dolore umano. In quelle ferite che soltanto il miracolo dell'amore può guarire. Sono i piccoli gesti di accoglienza e di vicinanza. E' lo stare in mezzo ai flutti di una storia difficile e contraddittoria, impegnati a scrutare la presenza dello Spirito. Lo Spirito ci rivelerà ogni cosa. Anche tutto quello che i nostri occhi non vedono.

La Comunità che Gesù Risorto ci lascia in eredità non è infeconda, passiva e innocua. E' una comunità ormai rinata ad una vita nuova. E' straripante di doni. Molteplici, diversi, tutti essenziali. Tutti originali e unici per edificare il corpo di Cristo.
Il dono "per se stessi" è l'unico dono inutile, controproducente, divisorio.

I doni sono destinati a tutti, perché tutti arriviamo all'unità della fede, a quell'umanità perfetta della quale ha sete ogni uomo e ogni donna del mondo.

I doni per raggiungere la misura della pienezza di Cristo.

Gesù sale al cielo. Ci lascia tuttavia questa missione comunitaria che lo Spirito cesellerà fino alla fine del mondo, dovunque trovi credenti docili, aperti, accoglienti, con lo sguardo incisivo e penetrante, operatori e felici del bene e di ogni bene. Anche se questo meraviglioso bene dovesse scaturire dalla disabilità umana o spirituale più grande.


Gesù, la nostalgia mi prende le viscere. Io starei per sempre a guardarti mentre sali al cielo. Vorrei fermare il tuo ritorno al Padre.

Gesù, vorrei gridare come Pietro: "Maestro, facciamo qui tre capanne, una per te, una per Mosè, una per Elia. Ma non andare. Chi potrà riempire il vuoto lasciato da Te? Resta con noi, Signore, si fa sera e il buio della notte avanza. Con chi rimarremo, se Tu te ne vai?

Tu, Gesù, segui il Tuo cuore amante. Nessuno ti può trattenere mentre vieni elevato in cielo.

Non vuoi che rimaniamo estasiati, fuori dalla realtà.

Tu vai e noi restiamo per andare. Il fuoco della tua meravigliosa notizia ci spinge.

Ci assicuri doni, tanti e diversissimi. Anzi ce li affidi. Sono nelle nostre mani perché li condividiamo tra di noi e, ancor di più, perché li portiamo ai cittadini del mondo.

Tu vieni elevato al cielo. Noi non possiamo rimanere a fare i lamenti o a gustare l'esperienza fatta, come un nostro personale possesso.

Gesù, tu ci butti nell'avventura della missione sapendo che come te saremo perseguitati, umiliati, scacciati. Non hai paura per noi perché ci puoi far toccare con mano la certezza che tu ci sei. Orienta diversamente i nostri occhi. Puntali sul mondo, sui suoi smarrimenti, sulle sue ricerche, avvolte senza esito. Gesù tu ci chiedi di guardare, di registrare nell'anima, di sentire passione, di sporcarci le mani perché rimane vero, Gesù, che tu non te ne sei andato, ma rimani impastato nella nostra vita e nella vita di quelli che ogni giorno sfigura, senza riconoscerti.