Omelia (16-05-2021) |
fr. Massimo Rossi |
Commento su Marco 16,15-20 Gli Atti degli Apostoli scritti da san Luca cominciano la dove il suo Vangelo finisce. È l'autore stesso a precisarlo al destinatario virtuale dei due testi, tale Teofilo, nome fittizio che significa "colui che ama di Dio". Rappresenta l'unico caso in cui uno scrittore sacro introduce il (suo) libro con una postilla di questo genere, a garanzia, oltreché dell'autenticità del documento, della verità dei fatti ivi raccontati. E veniamo ai fatti: il primo è per l'appunto l'ascensione del Risorto: la descrizione tradizionale - Gesù che fisicamente parte per la tangente e va su, come un missile... - vuole insegnarci che il Cristo è risuscitato con il corpo e non solo con lo spirito; e con il corpo, non solo con lo spirito, è tornato al Padre. Non sembri una precisazione superflua: voi non immaginate quanti fedeli sono convinti che la risurrezione di Gesù, differisca da quella di Lazzaro - e su questo non c'è dubbio! - per il fatto che Lazzaro ritornò in vita col corpo, mentre Gesù (solo) con lo spirito... L'erroneità di questa convinzione consiste prima di tutto nel fatto che lo spirito, qualunque spirito non può risorgere, dal momento che è immortale, e dunque non muore mai... Intanto, queste pie persone continuano a recitare con devozione esemplare il secondo mistero glorioso del Rosario, senza minimamente riflettere sulle loro convinzioni, sul significato vero del fatto e sulle ricadute sulle vite di ciascuno. San Paolo ripete a più riprese che Cristo è primizia di tutti i risorti, e prova che anche noi risorgeremo. Dalla verità dei misteri di Cristo dipende dunque direttamente il destino delle nostre persone! Questo è il modo corretto di considerare il Vangelo e gli scritti del Nuovo Testamento: non si tratta di realtà attinenti esclusivamente alla vicenda del Figlio di Dio - e già sarebbe gran cosa crederle e annunciarle, quali misteri della vita di Gesù! -. Si tratta dell'avvenire nostro! Risorgeremo? non risorgeremo? e come risorgeremo?... È vero, non si sa granché - diciamo (che non si sa) nulla - quanto al come risorgeremo; ...ma che risorgeremo con tutta la nostra persona, lo possiamo credere se e soltanto se crediamo che Cristo è risorto con tutta la Sua persona. Insomma, le due risurrezioni - la Sua e la nostra - sono intimamente legate come la causa al suo effetto. Intanto c'è da fare, qui e ora! Così infatti si conclude la prima lettura della odierna solennità, e anche il Vangelo: "Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, ritornerà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo."; con queste parole i due messaggeri biancovestiti si rivolgono agli Undici. Sono convinto che la tentazione di restare incantati a guardare il cielo, abbia qualcosa di simile con quella per molti cristiani, altrettanto irresistibile, di spendere le giornate a ‘contemplare' la vita passata dei loro cari defunti, sfogliando vecchi album di foto, facendo visita ogni giorno al cimitero... Se i defunti potessero parlare, credo che manifesterebbero dispiacere e disappunto. C'è un tempo, che potremmo definire fisiologico, nel quale ci è dato di piangere i morti; ma la nostra vita non finisce con la loro morte. È proprio quello che i due angeli intendono dire agli Apostoli. Il tempo della Chiesa è cominciato e l'annuncio del Vangelo non può aspettare. Il Capo è in Cielo, ma il corpo deve portare a termine la missione ricevuta dal Capo! La presenza del suo Spirito, lo Spirito Santo, tra noi, secondo la promessa fatta dal Risorto, prima di salire al cielo (cfr. Mt.28,20), è garantita dai Sacramenti istituiti dal Signore. La Chiesa è forte e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa; lo dichiara lo stesso Signore, dopo avere affidato le chiavi del regno dei cieli a Simon Pietro (cfr. Mt 16,18). Contemplazione e azione sono le coordinate della vita cristiana. La contemplazione del mistero di Cristo è imprescindibile per un credente. Ma la contemplazione pura non esiste: neppure la scelta monastica più radicale - penso alla vocazione dei Certosini - può realizzarsi in modo pieno nella pura contemplazione. È necessaria l'azione a servizio della Chiesa e del mondo. Ogni vocazione autenticamente cristiana possiede sempre una valenza missionaria, secondo le forme tipiche del proprio stato di vita. Annuncio e testimonianza: si annuncia il Vangelo di Cristo testimoniando con la propria coerenza di vita che il Vangelo ci è entrato dentro, scorre nelle nostre vene, ispira i nostri pensieri, muove le nostre azioni, plasma gli atteggiamenti, suggerisce le parole adatte a parlare di Dio, della fede in Lui, della speranza che non muore, dell'amore che non si arrende,... Questa è l'eredità che gli Apostoli ci hanno lasciato, il testimone che quei poveri pescatori, 11 in tutto, ci hanno passato, perché noi lo portassimo, e a nostra volta lo trasmettessimo alla generazione successiva. Ecco l'aspetto più delicato e complesso della fede: la traditio, la trasmissione della fede ai nostri figli... Vi abbiamo già riflettuto in molte occasioni. Il mistero dell'Ascensione ce lo ripresenta: prima che soggettive, le difficoltà sono oggettive, dovute al momento storico che stiamo attraversando, dagli anni che precedettero il Concilio. La tragedia dell'Olocausto e, prima ancora, alcune correnti filosofiche come l'idealismo, il materialismo, il marxismo, contribuirono a istillare nelle coscienze il tarlo del sospetto, sull'esistenza di Dio. La diffusione del capitalismo e del consumismo hanno fatto il resto. Si realizzano le parole di san Giovanni: "Il mondo non ci riconosce, perché non ha conosciuto Dio.". Come fare?...da dove cominciare? Credo che il punto di partenza sia la testimonianza di vita coerente al credo che professiamo. Lo ripeto: nessuno sarà attratto dal Vangelo se non troverà in noi testimoni convinti e fedeli nei fatti, alle parole che ascoltiamo in Chiesa e che ripetiamo a casa, a scuola, sul lavoro,... Coerenza, coerenza, coerenza, coerenza,... è il segreto della nostra credibilità, alla quale Cristo ha coraggiosamente affidato l'avvenire della Chiesa per la salvezza del mondo. |