Omelia (30-05-2021) |
padre Gian Franco Scarpitta |
Trinità mistero e coinvolgimento Quando Gesù prometteva lo Spirito Santo ai suoi discepoli, diceva loro che non li avrebbe lasciati soli e che li avrebbe condotti alla conoscenza della verità, indicando loro quello che avrebbero dovuto fare e ciò che avrebbero dovuto evitare. Dalle parole con cui si esprimeva, secondo il Vangelo di Giovanni, però la verità non consisteva solamente in ciò che si realizza nella vita ordinaria, ma parlava anche di una "verità" molto più profonda e di natura trascendentale. Ecco infatti cosa diceva: "Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà."(Gv 16, 13 - 15). Lo Spirito Santo annuncerà insomma ogni cosa vera ai suoi discepoli perché "prende" dal Padre e dal Figlio; il che significa che da sempre opera assieme ai Due e forma con Essi un solo Dio. Non avrebbe senso altrimenti la digressione logica di Gesù su Se Stesso, lo Spirito Santo e il Padre; così come non avrebbero senso espressioni del tipo: "Lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio" E " i segreti di Dio li conosce solo lo Spirito di Dio"(1Cor 2, 10. 11). Come potrebbe lo Spirito Santo conoscere addirittura i segreti della Divinità se non fosse Dio egli stesso? Ebbene non solamente lo Spirito Santo è Dio ma è associato fin dall'eternità con il Padre e con il Figlio, formando con Essi una Comunione. Ciò suppone che Dio è Uno solo ma in Tre Persone; tre sostanze personali (ipostasi) che appartengono a un'unica essenza o sostanza comune e procedono l'una dall'altra fin dall'eternità. Se così non fosse, non avrebbe senso neppure l'esortazione di Gesù rivolta agli apostoli di battezzare tutti "nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo"; eppure Pietro dopo il suo discorso di Pentecoste invita i Giudei a farsi battezzare nel nome di Gesù"(At 2, 38). Lo Spirito così ci illustra anche la verità sullo stesso Dio, che prima di Gesù Cristo era solamente accennata con qualche nome o azione al plurale ("Facciamo l'uomo a nostra immagine"; i tre visitatori alle querce di Mamre), ma che viene inequivocabilmente espressa dopo l'incarnazione di Dio in Cristo: "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio... E il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi"(Gv 1, 1. 14). Un Dio cioè uno e Trino, che pur essendo Uno e Unico è allo stesso tempo Tre, appunto una comunione di Persone: Padre, Figlio e Spirito Santo, che però non escludono l'individualità e l'unicità. Che Dio sia infatti Uno solo e parimenti Tre sottende infatti che già in se stesso sia un Individuo e anche una Comunità di persone che si amano a vicenda. I Padri della Chiesa hanno infatti insistito sulla relazione amorosa di queste Tre Persone: a detta di S. Agostino esse sono l'Amante (Padre) l'Amato (Figlio) e l'Amore, quest'ultimo lo Spirito Santo che lega Entrambi in un vincolo indissolubile ab aeterno. Se Dio è Amore lo è in senso pieno, universale e non può che esserlo già in se stesso. Ebbene, come potrebbe essere vero amore se non fosse Uno e allo stesso tempo Tre? Se si dice che Dio è Onnipotente lo è davvero, in senso effettivo, già in se stesso; e infatti espressione di questa sua onnipotenza è essere Uno Solo e Tre. Se Dio è Persona dev'essere per forza Uno; se è amore di comunione deve per forza realizzare in se stesso l'amore infinito in se stesso: Padre, Figlio e Spirito. Tutti questi argomenti noi esprimiamo con un termine specifico introdotto nella seconda metà del II secolo da Tertulliano: Trinità. Più che il neologismo è però l'idea che va esaltata, cioè la realtà di fondo del vero essere di Dio, che in se stesso rimane un Mistero insondabile di fronte al quale l'uomo può solo usare omaggio e riverenza. Nessuno ha mai potuto esplicitare come Dio possa essere Uno solo e allo stesso tempo Tre Persone uguali e distinte; chi vi ha tentato è stato fermato nel suo intento dalla stessa Divinità una e Trina e ha compreso che la soluzione migliore non sia quella di indagare o di bizantineggiare, ma di accogliere con fede. Si può anche razionalizzare su questo mistero, ma non arrivare a conquistarlo o a circoscriverlo. Dio del resto ha diritto di essere Se stesso a prescindere dall'uomo, di prendere le distanze dai nostri parametri di comprensione; di usufruire della sua differenza qualitativa da noi. Ciononostante, noi non siamo spettatori passivi di fronte al mistero trinitario. Proprio il fatto che Dio si sia incarnato in Gesù Cristo vivendo la nostra storia e guidandoci alla vita eterna attraverso sentieri teologali di fede, di speranza e di carità, illustrandoci l'appropriatezza delle Beatitudini quale programma di vita, ci dice che anche noi siamo invitati ad immedesimarci nella stessa vita trinitaria, ai fini di prendervi parte e raggiungere lo stato di umanità divinizzata che ci propongono i Tre. Siamo coinvolti nel mistero del Dio Uno e Trino, perché Esso stesso ci avvince e ci seduce e ci coinvolge affinché anche fra di noi si viva la stessa dimensione di amore e di coesione continua. E' infatti grazie allo Spirito Santo che noi siamo condotti al Padre per mezzo di Gesù Cristo; proprio a seguire Gesù, configurarci a lui, assimilare la sua amicizia e seguire i suoi insegnamenti ci induce lo Spirito Santo, affinché per mezzo dello stesso Cristo giungiamo alla verità assoluta che è il Padre. Il pane eucaristico di cui ci nutriamo diventa Corpo di Gesù Cristo per volontà del Padre e in forza dello Spirito Santo; il battesimo e tutti i sacramenti che riceviamo sono segni visibili della presenza operativa di Gesù, il quale agisce nella forma invisibile per opera dello Spirito e in ciascuno di questi segni ci conduce al Padre. Ogni opera di carità, ogni progetto, ogni azione pastorale ha al centro l'Eucarestia e per ciò stesso è animata dalla Trinità che ci suggerisce e che agisce in noi. Insomma, la vita cristiana è vita trinitaria nella sua globalità. Se Paolo dice che per lui "il vivere è Cristo"(Fil 1, 21), Cristo non è svincolato mai dal Padre e dallo Spirito e noi in Essi viviamo e operiamo. E sempre i Tre sono il nostro obiettivo per la vita presente in vista di quella futura. |