Omelia (06-01-2005)
Agenzia SIR


Si ritiene, erroneamente, che l'Epifania chiuda le feste natalizie. In realtà la manifestazione di Gesù ai Magi è una tappa nelle rivelazioni del Salvatore, che confermerà ancora la sua divinità nel Battesimo al Giordano e nel miracolo alle nozze di Cana. Con i Magi, che giungono da Oriente, la storia segna la chiamata di tutte le genti alla salvezza.

ABBIAMO VISTO LA SUA STELLA. Ciò che colpisce di più in questo singolare episodio dei Magi, è indubbiamente il segno che li ha chiamati, una stella che li ha mossi a partire. Misteriosi i personaggi, incerta la loro provenienza e del tutto enigmatico questo segno: la stella. Anzi, essi dicono "la sua stella", come se quella fosse unica, inconfondibile. Cosa hanno visto i Magi in quella stella? Si pensa che fossero degli studiosi, forse degli astronomi. Certo ebbero un'intuizione tutta particolare, che li indusse a mettersi in cammino per trovare, come hanno poi dichiarato, "il re dei Giudei". E lo trovarono. Si può anche pensare che, da lungo tempo, ci fosse nella loro vita un senso d'attesa, una speranza d'incontrare finalmente la luce e la verità che cercavano. Certo la loro coscienza è stata indirizzata in quella ricerca ed ha saputo interpretare la divina chiamata. Ci sono spesso dei "segni" nella nostra vita che siamo chiamati ad interpretare. Se stiamo attenti, possiamo cogliervi dei richiami preziosi, degli incitamenti al bene o a fare in modo di evitare il male. Richiami che possono venire dall'Alto, per il nostro progresso spirituale.

TURBATA TUTTA GERUSALEMME. Recandosi da Erode per avere informazioni sul cammino da continuare, i Magi non pensavano certo di recare tanto scompiglio. E invece, a sentire le loro parole, "il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme". Per Erode una vera inquietudine, poiché i Magi parlavano di un re, che poteva essere un suo avversario. I sommi sacerdoti poi e gli scribi del popolo, interpellati sul luogo dove doveva nascere il Messia, sanno offrire informazioni puntuali, ma non si muovono per andare ad incontrarlo. Due comportamenti completamente diversi, che diventano emblematici. Fin dalla nascita Gesù diventa motivo per molti di ricerca gioiosa, per altri d'inquietudine profonda. Ciò dipende dalle disposizioni interiori con le quali si affronta la ricerca della verità. L'animo dei Magi è aperto e disponibile, quello di Erode sospettoso e da parte dei sacerdoti e degli scribi c'è una specie di torpore e d'indifferenza. Può essere il paradigma di atteggiamenti che esistono ancora. Cristo è presente, ma chi vuole incontrarlo?

PROSTRATISI LO ADORARONO. Il difficile cammino dei Magi ebbe il suo esito sperato, "Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre e, prostratisi, lo adorarono.. Poi gli offrirono in dono oro, incenso e mirra". Adorandolo, riconobbero la divinità di quel Bambino. Erano i primi rappresentanti dei popoli pagani ad incontrarsi con il Figlio di Dio, quello vero, che non conoscevano ancora. In quei Magi, tutti i popoli della terra erano chiamati alla salvezza. Dio non si negava a nessuno, anzi voleva far sapere che era venuto nel mondo, fatto da lui. "Al vedere la stella, i Magi ebbero una grandissima gioia". Era il frutto della loro ricerca, poiché incontrare Dio è sempre una gioia immensa, anche se spesso frutto di un cammino incerto e faticoso, ma ne vale la pena. Non è meno difficile per gli uomini d'oggi, in un tempo di secolarizzazione. Difficile ma necessario lasciarsi guidare dalla luce della fede. Gesù stesso ci ha lasciato una stella da seguire, la Chiesa, che continua la sua missione nel mondo. Di verità e di salvezza.

Commento a cura di don Carlo Caviglione