La Trinità, che ogni segno di croce e benedizione ci ricorda, più che un dogma, è una storia che ci rivela la bellezza di Dio e il senso di tutte le cose, ci dice che Dio non ha scelto di essere solo perché ama creare la comunione: un Dio che è Padre, che si è manifestato nel Figlio e che rimane presente in noi tramite lo Spirito Santo.
Dio si rivela così perché Dio è amore e comunione, e questo implica almeno tre persone, più tutto il creato, noi compresi, che siamo chiamati a vivere in questa comunione e di questa comunione. Dire che Dio è amore o dire che è Trinità è la stessa cosa.
Ciò che è bello da notare in ogni manifestazione di queste tre persone è il fatto che quando parlano è sempre per valorizzare non se stesso ma uno degli altri. Il Padre invita ad ascoltare il Figlio, il Figlio invita a pregare il Padre e dice che è bene che se ne vada per fare spazio alla venuta dello Spirito che è meglio di Lui, lo Spirito si limita a ricordarci ciò che Gesù ha detto e fatto per rivelarci il Padre. Veramente gareggiano a stimarsi. Gesù addirittura arriva a dire che noi faremo cose più grandi di Lui, perché Lui va al Padre a pregare per noi, perché possiamo ricevere lo Spirito.
E' bello convertirsi alla Trinità cercando di vivere in questa comunione con Dio e tra di noi. Questo si fa mettendo in pratica il comandamento dell'amore. La Trinità è uno stile di vita che corrisponde alla vocazione cristiana alla quale siamo tutti chiamati. E attenzione: questa vocazione è ciò che fa passare l'uomo da una situazione di sottosviluppo morale e spesso anche economico ad una situazione di valorizzazione dell'uomo e quindi di sviluppo in tutti i sensi. Rinunciare a questa vocazione porta il singolo e la società ad impoverirsi; perciò insisto dicendo che aderire alla dimensione trinitaria non solo è bello, ma è importante.
Bene-diciamo il Signore e bene-diciamoci anche tra di noi.
Buona Domenica.