Omelia (06-06-2021) |
Omelie.org (bambini) |
Oggi è la Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, una domenica importante! Tutte le domeniche sono importanti perché sono il giorno che noi dedichiamo al Signore... ma dire "Solennità" ci fa capire che è una festività celebrata in modo particolare. Il Vangelo di questa Domenica ci fa tornare un po' indietro nel tempo. Infatti, il 16 maggio abbiamo celebrato l'Ascensione del Signore, il 23 maggio la discesa dello Spirito Santo, il 30 maggio la Santissima Trinità ed oggi il Corpus Domini. Se riflettiamo su questo susseguirsi di avvenimenti, ci viene da pensare a Gesù già in cielo! Il Vangelo di oggi, invece, ci riporta a quando Gesù era ancora in terra prima della sua passione, morte e risurrezione, ci riporta all'Ultima Cena, al Giovedì Santo, prima cioè della Ascensione al cielo. Questo perché la Chiesa ci vuole fare riflettere ancora ben bene sul dono dell'Eucaristia che Gesù ci ha fatto. Abbiamo sentito raccontare, nel Vangelo di oggi, che Gesù, prima della sua morte in croce, vuole vivere la Pasqua con i suoi apostoli e predispone bene ogni cosa affinché la cena possa avvenire: dà degli ordini precisi a due dei suoi discepoli, come se non volesse far sapere in giro dove si raduneranno. Egli, infatti, sapeva che lo stavano cercando per ucciderlo... Quando Gesù si siede a tavola, compie dei gesti e pronuncia sul pane e sul vino delle parole che fin dall'inizio le comunità cristiane hanno ripetuto, e ancora ripetono, ogni volta che si celebra l'Eucaristia. Gesù prende il pane, benedice Dio per quel dono, quindi lo spezza e lo dà ai suoi discepoli: "Prendete, questo è il mio corpo". Prendere il pane, spezzarlo è un gesto quotidiano che certamente anche il vostro papà o la vostra mamma fanno quando siete a tavola... ma qui assume un significato particolare: quel pane è il suo corpo, è Lui stesso, è il dono della sua vita spezzata, perché egli ha amato ed ama fino a morire per noi. Lo spezzare il pane aveva anche il significato di dividere il pane con i poveri, i bisognosi, gli affamati: questo per dirci quanto importante è condividere con chi ha meno di noi! È segno inoltre che manifesta unità, amore, comunione tra tutti quelli che mangiano lo stesso pane. Non è così anche per voi quando vi trovate in famiglia, a tavola, con i parenti e gli amici che vi vogliono bene? Non è forse un momento di gioia e comunione fraterna? Gesù allora, nell'Ultima Cena, spiega in anticipo, con gesti e parole, ciò che accadrà poco dopo: la sua morte dovrà essere capita come dono della sua vita offerta in sacrificio a Dio per la nostra salvezza, per portarci tutti in paradiso con lui. Gesù poi prende anche il calice tra le sue mani, rende grazie a Dio per il frutto della vite e dice: "Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti". Come ha dato il suo corpo offrendo il pane, così dà il suo sangue offrendo il calice. Ecco allora i momenti più importanti della cena, momenti in cui ci lascia il dono straordinario che è l'Eucaristia. Alla domenica, noi ascoltiamo sempre queste parole di Gesù che il sacerdote ripete al momento della consacrazione, parole che sono seguite da: "Fate questo in memoria di me". Vorrei spiegarvi il significato che, in questo caso, ha la parola "memoria". Le parole che dice il sacerdote non sono solo il ricordo, la memoria di un fatto passato da festeggiare, come ad esempio il vostro compleanno o l'anniversario di matrimonio dei vostri genitori... Queste parole sono un "memoriale": cioè rendono presente l'avvenimento, lo rendono attuale, come fossimo proprio lì anche noi nel momento in cui è successo, nello stesso modo in cui erano presenti coloro che lo hanno vissuto per primi. Per capirci meglio... Penso che tutti voi sappiate chi è Padre Pio. A chi gli chiedeva che cosa fosse la Messa, rispondeva: "È un appuntamento sul Calvario". E a chi gli domandava con quali sentimenti si dovesse partecipare alla Messa, diceva: "Con gli stessi sentimenti che avevano la Madonna e San Giovanni ai piedi della croce". E siccome alcuni lo vedevano piangere mentre celebrava, a chi gliene domandava il perché, rispondeva: "E vi pare poca cosa vedere Gesù che muore?". Vedete quanto grande era la sua consapevolezza della presenza, accanto a lui, di Gesù che proprio in quel momento dava la sua vita sulla croce? Ogni domenica andiamo alla Messa ed ogni domenica il sacerdote spezza il pane ed offre il vino che sono realmente il Corpo ed il Sangue di Gesù. Vorrei farvi notare la differenza fra il cibo che mangiamo a tavola ed il Pane Eucaristico. Quando mangiamo il cibo comune, il nostro organismo lo trasforma in proteine, energia, calorie... in alimentazione cioè per il nostro corpo. Nutrendoci di Gesù, invece, è Lui che trasforma noi: ci trasforma in lui, ci aiuta a diventare come lui, a pensare come lui, ad amare come lui. La Comunione non è solo incontro con Gesù nel nostro cuore, lo è anche, ma è un qualcosa di più, è un momento che ci invia a fare comunione con tutti, ci invia a vivere la nostra vita come l'ha vissuta Gesù. Ogni volta che "mangiamo" quella particola, quel piccolo pezzetto di pane, Gesù è vivo in carne ed ossa dentro di noi. È Gesù che vuole rimanere sempre al nostro fianco e che non si separerà mai da noi. È un crescere nell'amicizia con Lui e desiderare che anche altri possano godere la gioia che ci dona. Quando il sacerdote pronuncia la preghiera di consacrazione, che trasforma il pane ed il vino in Corpo e Sangue di Gesù, i nostri occhi e il nostro cuore dovrebbero essere puntati là, sull'altare dove si compie il sacrificio più grande di tutta la storia: Cristo che dà la vita per noi. Coscienti di questo amore ricevuto, allora, in ogni azione della nostra giornata ci dovremmo fare questa domanda: "Cosa farebbe Gesù, ora, al posto mio? Commento a cura di Maria Teresa Visonà |