Commento su Mt 5,1-12
«In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia»
Mt 5,1-12
Come vivere questa Parola?
Il punto di partenza della gioia, della beatitudine è il nostro pianto. Ogni vera beatitudine ha origine nella vulnerabilità maggiore. Credere significa capire che ciò che ci fa soffrire non è una condanna ma la realtà dalla quale partire, è avere una direzione dentro il pianto; è il dolore da "accettare" per "attraversare". In questo senso la parola "beato" che Gesù pronuncia è una promessa, un orientamento da prendere, una strada da percorrere come "viandanti" del Suo amore.
Gesù, la tua vita è il manifesto delle Beatitudini vissute nelle quali la gioia ed il dolore si intrecciano sempre perché sempre si rinasca.
La voce di uno scrittore
"Beati i cuori che sanno piegarsi, perché non saranno mai rotti".
Albert Camus
suor Emilia Di Massimo FMA - emiliadimassimo@libero.it
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