Questo Vangelo ci parla della fede di una donna ammalata, emarginata, scartata dalla società, esclusa da ogni tipo di rapporto perché considerata impura. Ma lei sa, sente che Gesù può salvarla. Questo suo grande desiderio l'aiuta a superare pregiudizi e strutture di ogni forma di esclusione. «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello sarò salvata» sono le sue parole avvicinandosi a Gesù. Il Vangelo ci dice che quando la donna toccò il mantello di Gesù, Egli si voltò a cercare il suo volto, lei che aveva agito con fede ma con timore e di nascosto è cercata da Gesù. «Gesù la vede e il suo sguardo non è di rimprovero, non dice: "Vattene via, tu sei una scartata!", come se dicesse: "Tu sei una lebbrosa, vattene via!". No, non rimprovera, ma lo sguardo di Gesù è di misericordia e tenerezza. Egli sa che cosa è avvenuto e cerca l'incontro personale con lei, quello che in fondo la donna stessa desiderava. Questo significa che Gesù non solo la accoglie, ma la ritiene degna di tale incontro al punto di farle dono della sua parola e della sua attenzione» (Papa Francesco).
È interessante come il Vangelo dica che la donna non dice che vuole essere guarita, come sarebbe scontato pensare, ma dice di voler essere salvata. Cioè il suo desiderio più grande non è tanto la guarigione del corpo ma la salvezza della sua anima! Infatti il termine salvezza ricorre per ben tre volte. Le parole di incoraggiamento di Gesù a questa donna sono di grande incoraggiamento anche per noi. «Questo "coraggio, figlia! esprime tutta la misericordia di Dio per quella persona. E per ogni persona scartata. Quante volte ci sentiamo interiormente scartati per i nostri peccati, ne abbiamo fatte tante, ne abbiamo fatte tante... E il Signore ci dice: "Coraggio! Vieni! Per me tu non sei uno scartato, una scartata. Coraggio, figlia. Tu sei un figlio, una figlia". Oggi, a tutti noi, peccatori, che siamo grandi peccatori o piccoli peccatori, ma tutti lo siamo, a tutti noi il Signore dice: "Coraggio, vieni... io ti perdono, io ti abbraccio"» (Papa Francesco).
Che bello sapere che qualsiasi cosa ci rimproveri il nostro cuore, Dio è più grande del nostro cuore, la Sua misericordia si estende sino ai confini della terra. Non dobbiamo avere vergogna di andare da Lui, di chiedere perdono attraverso la Confessione. Oggi, invece, quanto pochi sono coloro che si avvicinano al sacramento della Confessione, del perdono di Dio. Forse perché non istruiti? Forse perché superficiali? Una cosa è certa: lasciare passare troppo tempo tra una confessione e l'altra, o addirittura non confessarsi mai, è come non venire allo scoperto con Gesù, è non volerlo toccare concretamente nel mantello dei sacramenti. Se non facciamo ciò, come facciamo ad essere salvati dai nostri peccati? Accostiamoci dunque con frequenza al Sacramento della Confessione, «Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno» (Eb 4, 15-16). Coraggio dunque, alziamoci, andiamo da Lui, chiediamo perdono per i nostri peccati e andiamo avanti senza mai scoraggiarci.
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