Omelia (27-06-2021)
don Roberto Rossi
La fede, la vita, la carità

Agli apostoli pieni di paura per la tempesta sul lago Gesù pone l'interrogativo, quasi un rimprovero: "Perché avete paura? Non avete ancora fede?" Nel Vangelo di oggi abbiamo altre espressioni di Gesù che dice a Giairo: "Non temere, soltanto abbi fede". E alla donna malata che riesce a toccare il lembo del suo mantello, Gesù dice: "La tua fede ti ha salvato, va in pace, sii guarita dal tuo male". Nella liturgia di oggi abbiamo questa parola di Dio che ci invita alla fede, chi ci aiuta nella fede. La preghiera e la fede. Questo è il nostro rapporto con Dio: apertura del cuore e grido dell'anima che invoca l'aiuto, la grazia, salvezza del Signore; il nostro rapporto con Dio si costruisce nella fede, nel fidarsi di lui, nel cercare di fidarsi di lui, nelle cose buone delle quali sempre riempie la nostra vita e nei momenti difficili in cui sperimentiamo tutte le nostre paure, le nostre angosce, dove addirittura soffriamo perché ci sembra che il Signore non ci ascolti, si sia dimenticato di noi, non ci esaudisca. Papa Francesco in una sua profonda riflessione su queste cose, così afferma:"C'è quasi uno scandalo: quando gli uomini pregano con cuore sincero, quando domandano beni che corrispondono al Regno di Dio, quando una mamma prega per il figlio malato, perché a volte sembra che Dio non ascolti?
Per rispondere a questa domanda, bisogna meditare con calma i Vangeli. I racconti della vita di Gesù sono pieni di preghiere: tante persone ferite nel corpo e nello spirito gli chiedono di essere guarite; c'è chi lo prega per un amico che non cammina più; ci sono padri e madri che gli portano figli e figli e malati... Sono tutte preghiere impregnate di sofferenza. È un immenso coro che invoca: "Abbi pietà di noi!".Vediamo che a volte la risposta di Gesù è immediata, invece in qualche altro caso essa è differita nel tempo: sembra che Dio non risponda. In qualche occasione la soluzione del dramma non è immediata. Anche nella nostra vita, ognuno di noi ha questa esperienza. Quante volte abbiamo chiesto una grazia, un miracolo, diciamolo così, e non è accaduto nulla. Poi, con il tempo, le cose si sono sistemate ma secondo il modo di Dio, il modo divino, non secondo quello che noi volevamo in quel momento. Il tempo di Dio non è il nostro tempo. Da questo punto di vista, merita attenzione soprattutto la guarigione della figlia di Giairo. C'è un padre che corre trafelato: sua figlia sta male e per questo motivo chiede l'aiuto di Gesù. Il Maestro accetta subito, ma mentre vanno verso casa succede un'altra guarigione, e poi giunge la notizia che la bambina è morta. Sembra la fine, invece Gesù dice al padre: «Non temere, soltanto abbi fede!». "Continua ad avere fede": perché è la fede che sostiene la preghiera. E infatti, Gesù risveglierà quella bambina dal sonno della morte. Ma per un certo tempo, Giairo ha dovuto camminare nel buio, con la sola fiammella della fede.
Possiamo anche noi pregare: Signore, dammi la fede! Che la mia fede cresca! Dobbiamo chiedere questa grazia, di avere fede. Gesù, nel Vangelo, dice che la fede sposta le montagne. Ma, avere la fede sul serio. Gesù, davanti alla fede dei suoi poveri cade vinto, sente una tenerezza speciale. E ascolta".Ecco l'affidamento di Giairo a Gesù, nel suo invito a scendere a casa sua perché tocchi quella bambina e la sollevi. Mentre vanno c'è una donna che nel suo cuore, senza dire una parola, pensa e sente: ‘Se anche riuscirò soltanto a toccare il lembo del suo mantello, io sarò guarita". E lei ci riesce. Gesù: "Chi mi ha toccato?" La donna si fa paurosa, teme di essere rimproverata, perché è avvenuto proprio quello che lei ha pensato e sentito nel suo cuore. E Gesù le dice: "Va in pace, la tua fede ti ha salvata". Il miracolo guarisce come per Giairo così per la donna malata, la fede salva, perché c'è qualche cosa di più grande della salute fisica, c'è la vita in pienezza, la vita dello spirito e del corpo, la salute su questa terra e la salvezza per l'eternità. Possiamo pensare all'attesa di Giairo, il quale forse aveva fretta, difatti sua figlia sta molto male, verranno poi a dirgli che è morta e lui vive della pazienza e si ferma con Gesù in questo dialogo con la donna malata, che si ritrova guarita. E quando gli dicono che sua figlia è morta, Gesù lo scuote e gli dà un compito supremo: "Non temere, soltanto continua ad avere fede". È per la potenza di Gesù, Figlio di Dio e per la fede di questo papà che la figlia morta viene riconsegnata viva alla sua famiglia.
Dio è il Dio della vita come abbiamo sentito nella prima lettura, Dio non ha creato la morte, non gode per la rovina dei viventi. Egli ha creato tutte le cose perché esistano, ha creato l'uomo per l'incorruttibilità, lo ha fatto immagine della propria natura, lo ha fatto per la eternità perché Dio è eterno. Dio è il Dio della vita. Il cristiano è l'uomo della vita e ama la vita, la costruisce, la protegge, la sostiene, la promuove, ovunque la vita ha bisogno. Possiamo pensare ai poveri della comunità e ai poveri della terra. L'apostolo Paolo, nel brano della Lettera ai Corinti, invita questi cristiani ad essere larghi in quest'opera generosa di aiutare i più poveri, sull'esempio di Gesù che "da ricco che ora si è fatto povero per arricchirci della sua povertà". I cristiani di Gerusalemme erano nella povertà, Paolo invita i Corinti a fare una colletta di offerte da mandare a quei fratelli, perché ci sia uguaglianza, piena dignità di tutti, nella vita umana e alla presenza del Signore. Viviamo la giornata della carità del Papa. Siamo invitati oggi, attraverso il ministero e il cuore del Papa, ad aiutare tanti poveri della terra vicini e lontani. Giornata della fede, della vita, della carità.