Omelia (01-08-2021) |
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie) |
Commento su Es 16,2-4.12-15; Sal 77; Ef 4,17.20-24; Gv 6,24-35 Le letture di oggi agli occhi di chi imposta la propria visione della vita e della società sul legalismo e sul giustizialismo risultano sconvolgenti se non addirittura scandalose. Le pecore lontane (agnostici, atei, sbandati, mangiapreti, scettici, anticlericali, femministe, peccatrici e peccatori cioè tutti noi!) sono stati lasciati (o fatti!) allontanare dall'incuria o dalla errata concezione della missione dei pastori che avrebbero dovuto curarli annunciando loro la buona notizia del Vangelo di Gesù già preannunciata nel salmo: Il Signore è il mio pastore!! Non ci sono gerarchie di pastori, non ci sono recinti divisori, non ci sono cani rabbiosi che radunano le pecore a suon di latrati, non ci sono separazioni di merito tra le pecore più belle e disciplinate e quelle zoppicanti, curiose, magari intraprendenti! Il richiamo per tutte è la voce dell'amore dell'unico pastore che le conosce una ad una, conosce i loro temperamenti, la loro testardaggine, la loro ricerca di vie nuove, la loro insofferenza alle costrizioni dei lacci dei decreti, delle imposizioni, i loro momenti di pavidità, di ignavia, le loro vigliaccherie!! Ma lontano da Lui usare la frusta, l'ordine perentorio, la punizione "educativa" anzi...."Egli ha abolito la legge fatta di prescrizioni e di decreti "perché " le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco esse mi seguono" In duemila anni da Gesù in poi forse abbiamo impegnato troppo spesso le nostre forze a costruire divieti, regole, gerarchie di potere, a scagliare anatemi, scomuniche, a imbastire dispute sull'ortodossia, a negare assoluzioni, a catalogare gli altri in buoni e cattivi, a misurare quantitativamente i meriti e i demeriti praticando ognuno di noi un piccolo o grande potere; in una parola (che viene dal Vangelo):" mettete sulle spalle degli altri pesi che non tocchereste nemmeno con un dito!!" Per fortuna ogni tanto nella storia e nella moltitudine sorgono uomini e donne che si ricordano che "il Signore è il mio (cioè di ognuno) pastore" e che l'unica voce che riconoscono tutte le pecore, anche quelle più lontane, è la voce piena di Amore senza giudizio! Essi si sono accompagnati con umiltà e semplicità agli esclusi, agli emarginati, ai poveri, ai disadattati; non li hanno imbottiti di prediche e di reprimende ma li hanno accolti come fratelli e sorelle e li hanno accompagnati con Amore lasciando che fosse il Padre a conquistarli nel modo che solo Lui sa e che non tocca a noi valutare. Le regole sono necessarie per la vita della comunità umana ma non possono esserne il fine; le relazioni umane hanno bisogno di comprensione, di ascolto, di rispetto, di riconoscimento di dignità e di libertà, di ricordo che ogni uomo e ogni donna è figlio, figlia di Dio e che solo a Lui è dato entrare nel mistero dell'anima!!
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