Omelia (18-10-2005) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Designati e mandati San Luca nel suo Vangelo ci racconta oggi la sua chiamata. Anch'egli, chiamato dal Signore, è entrato nel gruppo dei settantadue discepoli, che seguono e aiutano Gesù e gli Apostoli nella loro missione. È loro compito di preparare la strada al Signore nei luoghi dove egli poi sopraggiungerà per dare il suo annuncio di salvezza. Gesù innanzitutto li sollecita alla preghiera perché: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe». Apparentemente pare che il Signore li invii come poveri pellegrini, carichi di un gravissimo compito e spogli di ogni umana sicurezza: «Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali». Hanno il compito di guarire i malati, (Luca, che è medico, sente particolarmente l'importanza di questo compito), annunciare la pace e l'avvento del Regno di Dio a coloro che li accolgono, ma senza avere la garanzia che quei doni siano poi accolti da tutti. Dovranno radunarsi nelle piazze e scuotere la polvere dai loro calzari contro coloro che non avranno voluto riceverli e avranno rifiutato il loro annuncio. Gesù aveva già detto: «Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato». Questa, con il dono dello Spirito Santo, è l'unica garanzia di cui possono godere. Così è accaduto nel corso dei secoli e così ancora accade. La missione è sempre la medesima, le modalità sono rimaste essenzialmente identiche. Cambiano solo i protagonisti, i seguaci di Luca e degli Apostoli, i missionari e i testimoni di oggi. |