Omelia (18-07-2021)
padre Paul Devreux


Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro: "Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po'". Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero. Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.


Domenica scorsa abbiamo visto l'importanza d'annunciare il vangelo. Oggi vediamo che dopo aver annunciato i discepoli tornano da Gesù, il quale decide di interrompere tutte le sue attività per dare priorità assoluta al loro bisogno di riposare. E' importante difendere questi luoghi e questi tempi; il riposo più che un piacere, è un dovere.

Il riposo che Gesù propone è un momento necessario per ricaricarci. In altre parole è un invito alla preghiera, allo stare con lui e raccontare, raccontare, raccontare. Solo cosi la vacanza diventa benefica. Se punto solo all'evasione, a fare cose diverse dalle solite, anche se molto belle, rischio di tornare a casa più stanco di prima. E' importante fermarsi e fare il bilancio dell'anno passato, per valutare cosa va e cosa è inutile. Per rimetter a fuoco i nostri obiettivi tanto da arrivare al punto di desiderare di tornare a casa per ricominciare le nostre attività riposati e con entusiasmo. Se non arrivo a questo, posso considerare la mia vacanza un fallimento.

Io non posso dare, se prima non lo ricevo, e non posso continuare a dare se ogni tanto non mi fermo per ricevere. E' importante amare e servire, ma per poterlo fare devo lasciarmi servire e amare.

Abbiamo sempre tante cose da fare, anche in vacanza, e se un diavolo esiste, è qui che lo si vede: nella nostra incapacità di fermarci e riposare anche in vacanza.

Questo vangelo ci fa vedere che Gesù sta volentieri con noi per ascoltarci, ma non può correrci dietro se noi scappiamo da lui e da noi stessi.

Per riposare e pregare bisogna fermarci fisicamente; è vero che tutto è preghiera, che posso incontrare il Signore servendo un povero, lavorando, camminando nei boschi, ecc... ma stiamo attenti: cosa m'impedisce di fermarmi a pregare? Riesco ancora vederlo utile per la mia vita?

Dal tempo che dedico ad una persona io so quanto è importante per me. Quanto tempo dedico a me stesso? Da questo capisco se riesco a volermi bene.


Signore abbi pietà di me. Possa io essere docile al mio bisogno di fermarmi per stare con te e con me stesso.


Buona domenica.