Omelia (25-07-2021) |
don Michele Cerutti |
Commento su Giovanni 6,1-15 La fede dei semplici ancora una volta ci colpisce come la difficoltà dei dottori della Legge a non accettare la novità evangelica. Tutte le volte che ci costruiamo una fede fatta di prescrizioni e di leggi diventa difficile aprirci all'Amore. Non è relegato al tempo di Gesù questa situazione ancora oggi vediamo tanta difficoltà a pensare al rapporto con Dio, non come schiavitù nei confronti di un totalmente Altro, ma come un rapporto libero in cui creatura e Creatore cercano insieme la via della felicità. Ognuno può pensare alla propria vita e sicuramente potrà comprendere che si è incontrato Gesù attraverso la fede semplice non di un grande teologo, ma nella fedeltà di una nonna o una zia. Essi sono rappresentati dagli abitanti della Galilea che nel Vangelo seguono Gesù perché pongono in Lui la fiducia. Di farisei ancora il panorama ecclesiale è popolato pensiamo a tutti coloro che davanti alla novità di Papa Francesco, all'interno della Chiesa, hanno espresso tutta la loro opposizione. L'apprezzamento che questo pontificato viene espresso dai semplici e umili è la dimostrazione che si sta seguendo la via del Vangelo. Lo stesso Gesù lo afferma: "Ti rendo lode o Padre perché ti sei rivelato ai semplici". Se guardiamo anche nel Vangelo sono poveri pescatori coloro che seguono il Figlio di Dio e la nascita è annunciata da pastori, mentre la risurrezione dalle donne. La storia di santità ci parla proprio di persone umili che non hanno grossi studi, ma non hanno difettato di amore. Chi avrebbe scommesso su un Santo Curato d'Ars? Non diventerai mai prete perché sei ignorante gli dissero e oggi è venerato come patrono dei parroci. Il gesuita, che riempiva Notre Dame per la predicazione, volle incontrarlo e quando lo vide rimase stupito da quel sacerdote che metteva in fila la gente per entrare nel suo confessionale. Dovette affermare una verità scottante per il predicatore. Da me escono dalla cattedrale dicendo come parla bene, mentre da lei escono affermando che la misericordia di Dio è grande. Chi avrebbe scommesso su Bernardette Soubirous oppure sui fratelli di Fatima? La fede dei semplici ancora una volta ci colpisce come la difficoltà dei dottori della Legge a non accettare la novità evangelica. Tutte le volte che ci costruiamo una fede fatta di prescrizioni e di leggi diventa difficile aprirci all'Amore. Non è relegato al tempo di Gesù questa situazione ancora oggi vediamo tanta difficoltà a pensare al rapporto con Dio, non come schiavitù nei confronti di un totalmente Altro, ma come un rapporto libero in cui creatura e Creatore cercano insieme la via della felicità. Ognuno può pensare alla propria vita e sicuramente potrà comprendere che si è incontrato Gesù attraverso la fede semplice non di un grande teologo, ma nella fedeltà di una nonna o una zia. Essi sono rappresentati dagli abitanti della Galilea che nel Vangelo seguono Gesù perché pongono in Lui la fiducia. Di farisei ancora il panorama ecclesiale è popolato pensiamo a tutti coloro che davanti alla novità di Papa Francesco, all'interno della Chiesa, hanno espresso tutta la loro opposizione. L'apprezzamento che questo pontificato viene espresso dai semplici e umili è la dimostrazione che si sta seguendo la via del Vangelo. Lo stesso Gesù lo afferma: "Ti rendo lode o Padre perché ti sei rivelato ai semplici". Se guardiamo anche nel Vangelo sono poveri pescatori coloro che seguono il Figlio di Dio e la nascita è annunciata da pastori, mentre la risurrezione dalle donne. La storia di santità ci parla proprio di persone umili che non hanno grossi studi, ma non hanno difettato di amore. Chi avrebbe scommesso su un Santo Curato d'Ars? Non diventerai mai prete perché sei ignorante gli dissero e oggi è venerato come patrono dei parroci. Il gesuita, che riempiva Notre Dame per la predicazione, volle incontrarlo e quando lo vide rimase stupito da quel sacerdote che metteva in fila la gente per entrare nel suo confessionale. Dovette affermare una verità scottante per il predicatore. Da me escono dalla cattedrale dicendo come parla bene, mentre da lei escono affermando che la misericordia di Dio è grande. Chi avrebbe scommesso su Bernardette Soubirous oppure sui fratelli di Fatima? Agli occhi del mondo considerati poco importanti agli occhi di Dio e delle Vergine Maria invece preziosi. Già nelle sue prime battute questo brano evangelico ci chiede un cuore semplice che sappia accogliere la proposta evangelica non quello costruito secondo le nostre impostazioni e i nostri schemi. L'esercizio difficile di purificare il cuore che è sicuramente più difficile di quello della mente. Come procedere? Gesù abbiamo sempre visto prima di consegne importanti si apparta o con i suoi o da solo in ricerca di intimità. Questo ritagliarsi il tempo come è importante proprio per interrogarsi e lasciarsi interrogare. Nel turbinio delle cose da fare dobbiamo riscoprire che, tutti in forza del Battesimo, siamo chiamati per rimanere prima di tutto con Lui. Se non si cresce nell'intimità con Gesù rischiamo di costruirci una fede in chiave farisaica dove il centro non è più Dio, ma noi e le nostre regole. Diventa difficile sicuramente comprendere il passaggio di Gesù nella vita. Agostino, il Santo di Ippona, affermava: Temo il Signore che passa. C'è il rischio effettivamente che Lui si avvicini a noi e noi rischiamo di non riconoscerlo. Un altro rischio in cui possiamo incorrere è il rischio di una cecità che può essere pericolosa ovvero quella dell'indifferenza nelle situazioni e che ci porta a non essere attenti ai fratelli. Davanti all'emergenze che si presentano possiamo farci scivolare le situazioni denunciando solo la nostra impotenza. Gesù sembra sollecitarci a guardarci sempre intorno e vedere quali opportunità mettere in gioco. Sono poche o tante questo non importa occorre non rassegnarsi mettere in circolo tutto solo così il miracolo della carità si potrà compiere. I santi della Carità che ci vengono proposti come modelli di attenzione sono riusciti a impiantare le loro opere costruendo su piccoli appezzamenti di terra i loro primi istituti. Questi poi si sono espansi. Alla base non c'era l'affanno e la preoccupazione di non farcela, ma un filiale abbandono nella consapevolezza che noi mettiamo il poco e Dio fa il resto. A San Luigi Guanella pieno di debiti San Pio X chiede come possa dormire tranquillo. Il prete comasco afferma fino a mezzanotte ci penso io dopo mezzanotte ci pensa Dio. Filippo e Andrea si fanno prendere dalla preoccupazione che non li fa abbandonare al progetto di Dio. L'Amore non si arrende e trova soluzioni che portano all'inevitabilità dell'abbondanza che è così forte che si rischia di buttare anche ciò che viene avanzato. Un monito alla società dello scarto in cui si rischia di disperdere le briciole e quindi non si apprezza proprio tutto quello che Dio ci dà. Gesù invece rompe questo schema e chiede che nulla vada gettato via. La folla come sempre vive sull'onda delle emozioni passa da considerarlo profeta, primo passaggio per una vera identificazione, ad acclamarlo Re. C'è una idea di regalità che non è quella di Dio, ma molto umana e allora Gesù fugge da tutte queste categorie umane. Il Cristo ci insegna ancora una volta che la preghiera e l'intimità con il Padre è il luogo in cui attinge per la sua missione e inizia per Lui un momento importante quello di offrire delle indicazioni preziose a queste folle affamate. Agli occhi del mondo considerati poco importanti agli occhi di Dio e delle Vergine Maria invece preziosi. Già nelle sue prime battute questo brano evangelico ci chiede un cuore semplice che sappia accogliere la proposta evangelica non quello costruito secondo le nostre impostazioni e i nostri schemi. L'esercizio difficile di purificare il cuore che è sicuramente più difficile di quello della mente. Come procedere? Gesù abbiamo sempre visto prima di consegne importanti si apparta o con i suoi o da solo in ricerca di intimità. Questo ritagliarsi il tempo come è importante proprio per interrogarsi e lasciarsi interrogare. Nel turbinio delle cose da fare dobbiamo riscoprire che, tutti in forza del Battesimo, siamo chiamati per rimanere prima di tutto con Lui. Se non si cresce nell'intimità con Gesù rischiamo di costruirci una fede in chiave farisaica dove il centro non è più Dio, ma noi e le nostre regole. Diventa difficile sicuramente comprendere il passaggio di Gesù nella vita. Agostino, il Santo di Ippona, affermava: Temo il Signore che passa. C'è il rischio effettivamente che Lui si avvicini a noi e noi rischiamo di non riconoscerlo. Un altro rischio in cui possiamo incorrere è il rischio di una cecità che può essere pericolosa ovvero quella dell'indifferenza nelle situazioni e che ci porta a non essere attenti ai fratelli. Davanti all'emergenze che si presentano possiamo farci scivolare le situazioni denunciando solo la nostra impotenza. Gesù sembra sollecitarci a guardarci sempre intorno e vedere quali opportunità mettere in gioco. Sono poche o tante questo non importa occorre non rassegnarsi mettere in circolo tutto solo così il miracolo della carità si potrà compiere. I santi della Carità che ci vengono proposti come modelli di attenzione sono riusciti a impiantare le loro opere costruendo su piccoli appezzamenti di terra i loro primi istituti. Questi poi si sono espansi. Alla base non c'era l'affanno e la preoccupazione di non farcela, ma un filiale abbandono nella consapevolezza che noi mettiamo il poco e Dio fa il resto. A San Luigi Guanella pieno di debiti San Pio X chiede come possa dormire tranquillo. Il prete comasco afferma fino a mezzanotte ci penso io dopo mezzanotte ci pensa Dio. Filippo e Andrea si fanno prendere dalla preoccupazione che non li fa abbandonare al progetto di Dio. L'Amore non si arrende e trova soluzioni che portano all'inevitabilità dell'abbondanza che è così forte che si rischia di buttare anche ciò che viene avanzato. Un monito alla società dello scarto in cui si rischia di disperdere le briciole e quindi non si apprezza proprio tutto quello che Dio ci dà. Gesù invece rompe questo schema e chiede che nulla vada gettato via. La folla come sempre vive sull'onda delle emozioni passa da considerarlo profeta, primo passaggio per una vera identificazione, ad acclamarlo Re. C'è una idea di regalità che non è quella di Dio, ma molto umana e allora Gesù fugge da tutte queste categorie umane. Il Cristo ci insegna ancora una volta che la preghiera e l'intimità con il Padre è il luogo in cui attinge per la sua missione e inizia per Lui un momento importante quello di offrire delle indicazioni preziose a queste folle affamate. |