Omelia (01-08-2021)
padre Paul Devreux
Conta più il materiale o lo spirituale?

Domenica scorsa Gesù ha dimostrato alla folla che se consideriamo i beni di questo mondo come un dono di Dio da condividere, non manca niente a nessuno, perché c'è abbondanza di risorse.


"Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati".

La gente non ha capito il messaggio di Gesù. Lo cercano perché sperano che faccia miracoli, risolvendo i loro problemi come un mago. Gesù risponde dicendo: " Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà". Il cibo che rimane per la vita eterna, e che ci mette in comunione con L'Eterno Dio sin da oggi, è la carità, l'amore gratuito. Gesù ci dona il suo amore venendo a vivere con noi e servendoci. Guardando a lui e con il suo aiuto possiamo amare anche noi, consapevoli del fatto che alla fine della nostra vita, l'unica ricchezza che porteremo con noi nell'aldilà, è l'amore che avremo dato.


"Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo".

E' il sigillo della risurrezione, come segno che il Padre ha apprezzato la vita di Gesù, considerandola bella e intelligente.


"Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato".

Credere non solo nel suo essere figlio di Dio, ma credere nella sua proposta di uomo autentico, che si realizza servendo e amando, come ha fatto Lui.


"Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!".

La folla continua nel suo chiedere miracoli, perché loro hanno in mente i loro problemi concreti, di pane, di salute, della casa. Magari pensano che quando avranno risolto tutti i loro problemi materiali, potranno pensare anche allo spirituale! Possiamo accusare Gesù di essere disincarnato con la sua proposta? Possiamo pensare che è uno che ha la testa fra le nuvole? Cos'è più importante: Il materiale o lo spirituale?

Seguire Gesù e credere in Lui, da un senso alla mia vita, un appartenenza come figlio di Dio e un futuro. Seguirlo mi da la forza di amare e di costruire qualche cosa, affrontando anche i problemi concreti, ma con uno scopo: quello di amare e servire.

Io dico sempre: "beato il giovane che ha avuto tutto subito, se questo gli permette di capire li limite delle cose, come san Francesco". I bisogni materiali sono importanti, ma non sono il motore della vita. Noi abbiamo fame di vita eterna, di pienezza, e più sperimentiamo la bellezza della vita, più la desideriamo, ma "Solo in Dio riposa l'anima mia."

Pensate ha quante persone si suicidano o muoiono di anoressia, di bulimia, per droghe, alcol e eccessi vari; gli mancava qualcosa? Nulla di materiale. Quante malattie fisiche hanno una componente spirituale. E' difficile per i medici guarire chi non ha voglia di vivere.

San Benedetto diceva: "prega e lavora". Questo è un sano equilibrio, che va cercato, dando cosi importanza sia al materiale che allo spirituale, perché ambe due sono vitali.


Buona domenica.