Omelia (15-08-2021) |
don Roberto Rossi |
E' festa grande: Maria SS. è assunta in cielo E' festa grande in tutta la Chiesa, sparsa nel mondo, è festa nei grandi santuari, come nelle chiese più piccole, è festa nel cuore di ogni credente,è festa nel nostro cuore, che si sente amato con una tenerezza e una comprensione unica da Maria Ss. e che cerca di amare. Mi ha aiutato in questi giorni una meditazione e un intervento di un bravo teologo, serio, qualificato, grande maestro di spiritualità, d. Luigi Maria Epicoco. Mi permetto di riportare le sue parole, pensando che possano essere una luce per tutti. Così si esprime: "C'è stato il pericolo, in passato, di sminuire la figura di Maria, dicendo che non è importante, che non serve a nulla e che l'esperienza di Maria è soltanto un'esperienza devozionale nel senso più brutto del termine e che noi potevamo fare a meno di Maria e finalmente invece riappropriarci di Cristo. Questo, per quanto possa sembrare molto suggestivo come discorso, togliere tutto di mezzo affinché emerga solo e soltanto Cristo, è molto pericoloso, perché togliere Maria significa togliere ciò che a Cristo dà il corpo, dà la carne, dà la concretezza. Molti santi, molti mistici, molti pastori hanno insistito molto su questa via mariana, tant'è vero che siamo arrivati fino al Concilio Vaticano II e quando i padri conciliari devono pensare alla Chiesa la immaginano come qualcosa che assomiglia a Maria. Maria è la Chiesa così come dovrebbe essere. Quindi togliere Maria significa togliere anche ciò che ci aiuta ad essere Chiesa, ciò che ci aiuta ad essere corpo. Quando il male ha capito che non poteva più attaccarci in questo senso, cioè ci siamo un po' schermati rispetto a questa tentazione di togliere Maria, un po' dalla nostra fede, relativizzarla fino al punto da farla scomparire da quel minimo sindacale che ci dice cristiani, ha assunto una nuova forma, un nuovo modo di metterci in crisi. Hanno cominciato a nascere tanti movimenti mariani, tante esperienze ecclesiali che sono mariane. Questo proliferare di esperienze mariane non è rassicurante; vi spiego subito il motivo, perché molto spesso queste esperienze mariane, queste esperienze ecclesiali contrassegnate soprattutto da un grande attaccamento a Maria, molte volte sono eretiche, sono esperienze eretiche. E sapete da cosa ce ne accorgiamo? Perché il male ci ha lasciato in mano il rosario e quindi noi ci sentiamo rassicurati perché abbiamo il rosario in mano, noi diciamo "siamo tutti di Maria" e cominciamo ad esempio a parlar male del papa, a dividere la Chiesa, a cominciare dal dire "noi siamo la Chiesa giusta, dobbiamo lottare per togliere la Chiesa falsa, quella degli altri; e solitamente poi si va a identificarla con la chiesa istituzionale. Questa cosa sottilissima è interessante, cioè il male adesso per attaccarci si traveste di bene, si traveste di luce e quindi noi dobbiamo avere costantemente l'umiltà di fare un esame di coscienza e di chiederci: ‘basta semplicemente avere un rosario in mano o dire delle cose che possono avere tanto di devozionale, fare delle pratiche religiose, per sentirci anche dalla parte giusta?' No, perché Gesù ci ha insegnato nel vangelo che l'albero lo si riconosce dai frutti, non dalle foglie e tutto questo vestito, diciamo, così mariano può essere una grande foglia che però copre la mancanza di frutti. Ovviamente non è il caso di tutti, ma dico questo perché io sento l'urgenza in questo momento di poter dire una parola chiara che ci aiuti a recuperare, a raddrizzare la nostra esperienza mariana, che è necessaria, che è utile alla Chiesa, ma che non deve mai deragliare da una parte o dall'altra, in forme che possono diventare delle forme eretiche. Immaginate un po' come il male può vincere quando prende il messaggio di Fatima e usa il messaggio di Fatima per frantumare la comunione ecclesiale. Prendiamo le frasi di quei messaggi, di quella spiritualità... e le usiamo per distaccarci dalla Chiesa, dal papa, dall'esperienza della nostra vita comunitaria. Giacinta, ad es., pregava per il papa, e non sapeva nemmeno chi fosse il papa; fino alla fine della sua vita offre la sua sofferenza per il papa che per lei era una persona completamente lontana, non riusciva nemmeno ad avere l'idea giusta di chi potesse essere il successore di Pietro; ma l'incontro con Maria è un incontro che le trasmette un amore appassionato, aiscerale, nei confronti del successore di Pietro. Voi capite che è una contraddizione in termini, aivere una spiritualità che ci separa ad es. da questo legame così profondo con la Chiesa, con gli apostoli, con i successori degli apostoli; quindi noi dobbiamo sempre guardare quanto, tutto quello che stiamo vivendo, ci sta portando dalla parte giusta o quanto può essere una grande tentazione che va smascherata e va corretta e va vissuta e risolta nel migliore dei modi".Facciamo festa con la liturgia di oggi. "Nel cielo apparve un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle". E' stupenda questa visione dell'Apocalisse che noi possiamo applicare a Maria Ss. Assunta in cielo. In paradiso di Dio la Vergine Maria è presente nella sua qualità di regina e di madre. Lei, assunta in cielo, può stare alla destra di Dio a intercedere per i figli ancora peregrinanti nella fede. Tutto è opera del Signore, tutto è grazia, tutto segno dell'amore infinito di Dio. Maria Ss. nel vangelo canta il magnificat. Lei è beata perché ha creduto, ha vissuto la fede. E la fede è credere al mondo di Dio, al progetto di Dio, ai valori di Dio, che sono il capovolgimento delle nostre prospettive terrestri, mondane. Maria ha vissuto le cose grandi secondo Dio, nell'umiltà, nella povertà, nella generosità del suo cuore. Ha compiuto in maniera fedele la sua missione sulla terra, Madre di Dio e Madre della Chiesa nascente: ora vive nella gioia, nella beatitudine, nella pienezza di vita che Dio le ha dato per sempre. Il Magnificat è anche una presentazione del progetto di Dio sull'umanità: Dio vuole la salvezza e la dignità di tutti i suoi figli: qui si parla dei poveri, degli umili, degli affamati, per i quali il Signore vuole rovesciare la situazione, perché li vuole nella piena dignità di suoi figli e di fratelli tra loro. Maria Ss. è sempre una donna di una fede altissima, nella sua contemplazione davanti a Dio e nella concretezza del suo amore alle persone: non solo ad Elisabetta, agli sposi di Cana, ma a tutti gli uomini, a tutti i poveri. Ci viene spontaneo e sincero il rivolgerci spesso alla Madonna, il pregarla per noi e per le persone care, per la Chiesa e l'umanità, per la pace. E'una esigenza del cuore affidarci a lei. Ricordiamo Giovanni Paolo II, il suo motto: "Totus tuus", quasi a dire: "Se sono tutto tuo, o Maria, sono tutto di Dio, sono tutto della Chiesa, sono tutto del prossimo". Sappiamo che la vera devozione è guardare a Maria, metterci sulle tracce delle sue virtù: la fede, l'umiltà, l'ascolto della parola di Dio, la carità premurosa; è accogliere i suoi richiami alla conversione, come nel vangelo, alla preghiera, per essere sempre di più come ci vuole il Signore. Le due parole nel vangelo: "Fate tutto quello che Egli vi dirà".Un'ultima cosa: Maria Ss. è in cielo. Il cielo, cioè il paradiso e la vita in Dio per sempre, è anche per noi, è la nostra meta, è la pienezza di vita alla quale Dio ci chiama, per la grazia di Cristo Gesù Salvatore. "Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra" (S. Paolo).Durante la vita possono avvenire tante cose, le più diverse; sono tutti doni di Dio nel cammino verso l'Eterno; poi, quello che conta è il cielo. Non lasciamoci rubare il cielo dalle cose materiali, dalla mentalità terrestre, mondana. Ci affidiamo a maria Ss., sorella nella fede, madre nella grazia, con le parole dell'antica preghiera. "Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta" . |