Omelia (15-08-2021) |
don Lucio D'Abbraccio |
Guardiamo a Colei che è stata assunta in cielo in corpo e anima! Grandi cose di te si cantano, o Maria: oggi sei stata assunta sopra i cori degli angeli e trionfi con Cristo in eterno. Sì. Dio ha innalzato alla gloria del cielo, in corpo e anima, la beata Vergine Maria; e noi oggi facciamo festa, perché in lei vediamo l'anticipo di quello che aspetta anche a noi. La Chiesa, nell'archivio della sua fede, custodisce la notizia che Maria, al termine della sua vita terrena, è stata assunta in cielo con la sua anima e con il suo corpo. Ebbene, la festa di oggi ci ricorda che anche il nostro corpo è destinato al trionfo della risurrezione; anche il nostro corpo è chiamato ad essere visibilità luminosa della vita divina, che è dentro di noi. Purtroppo invece assistiamo, soprattutto in questo nostro tempo, ad una drammatica decadenza del corpo, ad un volgare infangamento del corpo, ad un rinnegamento dello scopo che Dio ha dato al corpo umano: lo spettacolo avvilente è davanti agli occhi di tutti! La festa di oggi, festa della glorificazione del corpo di Maria, ci scuota e ci impegni ad un recupero della dignità del corpo umano. L'esempio dei santi, e soprattutto l'esempio di Maria Assunta in cielo, contagi il nostro corpo e lo renda sempre visibilità del grande mistero divino che abita nella nostra anima. Dio è dentro di noi: non nascondiamolo, ma la presenza di Dio in noi brilli nei nostri occhi, nei nostri volti e nei nostri gesti. È il più bel regalo che possiamo farci nell'attesa del paradiso, dove Maria ci ha preceduto con l'anima e con il corpo. L'Assunzione in corpo e anima al cielo della beata Vergine Maria ci ricorda, inoltre, che dobbiamo vivere le cose di questa terra nella prospettiva dell'eternità. Troppo spesso dimentichiamo dove stiamo andando, perché siamo troppo presi dalle cose di questa terra, e dimentichiamo che la nostra meta è altrove. Non si tratta di fuggire verso un altro mondo di sogno, abbandonando questa realtà, ma la saggezza cristiana ci porta a tenere insieme questi due aspetti. Dobbiamo, dunque, lavorare con impegno per la vita di questa terra, sapendo però che siamo in cammino verso la gloria di Dio. In tal modo il pensiero della morte non diventa fonte di angoscia: proprio perché crediamo la risurrezione e facciamo festa per Maria innalzata nella gloria, il pensiero della morte - per noi cristiani - diventa una forza, una apertura di eternità, una luce nuova per dare peso giusto alle cose di questo mondo. È importante che il pensiero dell'eternità dia vita e luce ai nostri giorni perché sapendo che una di noi abiti in cielo col corpo ci dà speranza e soprattutto capiamo che siamo destinati a risorgere. Dio non lascerà svanire il nostro corpo nel nulla! Con Dio nulla andrà perduto e, pertanto, come scrive l'apostolo Paolo: «Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!». Illuminati da questa fede, chiediamo a Maria che ci aiuti a camminare verso la sua stessa meta, perché - orientati costantemente ai beni eterni - anche noi possiamo condividere la sua stessa gloria. Amen. |