Omelia (08-11-2001)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore; se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore.

Come vivere questa Parola?
La parola di Paolo ci fa capire che noi siamo ontologicamente fatti per Dio: veniamo da Lui e a Lui stiamo andando, nei nostri giorni brevi, ma della cui brevità non ci rattristiamo perché, appunto, siamo di Dio e di Lui, per sempre vivremo e gioiremo.
Questa di oggi è dunque una Parola molto attuale, perché la nostra società secolarizzata tende a dimenticarsi di Dio, a impostare la vita e a subire la morte come se non avessimo la consolante certezza di appartenergli, di stare - di fatto - nelle sue mani.
E' chiaro che, nella dimenticanza di Dio, cade anche la dignità grande dell'uomo e l'assoluto rispetto alla dignità della sua persona, al "mistero" anzi del suo appartenere a Dio. "Ma tu – dice S.Paolo – perché giudichi tuo fratello, perché disprezzi tuo fratello?"

Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiederò di rendermi più attento al mistero di Dio infinitamente amante dell'uomo, a quel Dio di Gesù che cerca anche in me la pecora smarrita e la dracma persa. Se, come consigliavano i Padri, coltivo in me la "memoria Dei" (=il ricordo di Dio), la mia vita sarà quel che deve essere: in armonia con la sua volontà e in armonia coi fratelli e le sorelle, amati e rispettati come icone di Lui.

La voce di grande Padre del deserto
Ogni uomo ti senta amico, ma rimani solitario nel tuo cuore col tuo Dio. Stendi il tuo mantello sull'uomo che cade e coprilo perché nessuno lo veda.
Isacco di Ninive