Omelia (05-09-2021)
Omelie.org (bambini)


Buon giorno carissimi amici, e ben ritrovati al nostro appuntamento domenicale.
La Parola che oggi abbiamo ascoltato è davvero interessante e, come sempre, molto ricca di spunti e di suggerimenti per la nostra vita.
Avrete notato che nella Prima Lettura, nel Salmo e nel Vangelo, vengono nominate due categorie di persone: i ciechi e i sordomuti.
Forse qualcuno di voi ha visto un cieco, altri qualche persona sordo muta. Sono due gravi menomazioni perché non vedere, non sentire, non parlare porta la persona a essere isolata, a chiudersi, a stare sola, a non comunicare.
Una antica profezia che leggiamo nel libro del profeta Isaia diceva che Dio avrebbe mandato in mezzo al suo popolo il Messia per salvarlo. Il segno di questa salvezza era che questo Messia, avrebbe aperto gli occhi ai ciechi, avrebbe ridato voce ai muti (per dire che li avrebbe liberati dalle loro menomazioni), e persino chi era zoppo avrebbe non solo camminato, ma saltato come una persona del tutto sana.
Dobbiamo sempre ricordare che le azioni che Gesù compie, e che gli evangelisti narrano nei loro vangeli, non sono delle semplici cronache di guarigioni ma l'annuncio di una notizia strepitosa, un vero segno per dire alla gente che, con Gesù, è giunta la salvezza che Dio fin dai tempi antichi aveva promesso.
Quelle guarigioni, dunque, sono un SEGNO per aiutare non solo la gente del tempo di Gesù, ma tutti noi, ad accogliere il Messia come vero Salvatore della nostra vita e imparare a camminare sulle sue orme.
La Parola che oggi prendiamo come piccola perla da portare a casa perché illumini la nostra settimana è EFFATA', che significa APRITI!
Come avete visto, è un vero e proprio comando che Gesù dà, è un incoraggiamento non solo verso la persona sordomuta, ma verso ciascuno di noi. Ecco allora la sordità una menomazione che isola, che chiude.
Ma, se riflettiamo un po', non capita anche a noi a volte di essere un po' sordi, di non aver voglia di sentire? Quante volte a scuola l'insegnante riprende tutta la classe perché è distratta, perché non ascolta?
Io ricordo che, quando avevo la vostra età, succedeva che la mamma mi riprendesse più volte perché non l'ascoltavo. Non sempre infatti le prestavo attenzione quando mi parlava, o perché magari ero presa dal gioco, o mi dimenticavo e non facevo quello che mi chiedeva. E, a dire la verità, può succedere a volte anche se si è grandi di non prestare ascolto e di non vedere quando siamo presi dai nostri pensieri... e questo è un vero peccato.
Il Signore ci invita oggi ad essere aperti all'ascolto, perché solo così possiamo annunciare la gioia del suo amore e della sua salvezza. Il sordo è muto perché, non ascoltando i suoni, non può ridirli con la bocca. Un bambino piccolo impara a parlare così. Se avete dei fratellini, vi accorgete che loro ripetono, a volte anche male, quello che voi dite ma è questo che li aiuta a imparare a parlare! Ma chi non ascolta perché sordo, non può farlo.
Una volta ho conosciuto un ragazzo nato sordo e di conseguenza muto. I suoi genitori si sono accorti quasi subito del suo problema e non si sono arresi. Volevano che il loro bambino parlasse, che si rapportasse non solo con loro ma con ogni persona. Hanno cercato tra i vari metodi che potevano dare voce alle persone audiolese ed hanno conosciuto una associazione che, attraverso giochi e ritmi, insegnava a parlare ai sordi. Questo bambino, per fissare una parola, per imparare a dirla bene impiegava un mese... pensate quanto lavoro! Ma è riuscito nell'intento. Questa associazione aveva come simbolo il fiore anemone. Se voi guardate il bocciolo di questo fiore è davvero insignificante perché è tutto chiuso in se stesso ma, una volta sbocciato, è bellissimo e dona tanta gioia a chi lo guarda. Ed è proprio quello che succede a un ragazzo sordo che impara a parlare. Si apre all'incontro con l'altro e offre a chi lo incontra tutta la bellezza della sua vita. Ecco, questa immagine del fiore anemone ci aiuta a capire ancora meglio ciò che Gesù dice.
Egli ci fa capire che dobbiamo metterci alla scuola dell'ascolto della sua Parola, come faceva il bambino sordo, perché un ascolto vero arriva al cuore e, se arriva al cuore, muove le braccia, cioè diventa azione gioiosa verso gli altri, verso ciò che è buono, bello e giusto, cioè verso il bene e la verità.
Anche i discepoli sono stati, per un certo verso, sordi e quindi muti nei confronti del messaggio di Gesù.
Solo il dono della resurrezione ha aperto i loro occhi e orecchi, solo questo grande dono li ha fatti uscire dalle loro paure, delle loro chiusure, per annunciare a tutti che quel Gesù che era stato crocefisso come un malfattore era il Signore della vita, proprio perché il Padre lo aveva risuscitato.
La resurrezione di Gesù, ci libera, ci APRE alla novità del suo Vangelo, ci rende capaci di ascolto vero non solo della sua Parola ma anche degli altri, soprattutto di chi si trova in difficoltà e nel bisogno.
Effatà, apriti: ricordiamo in questa settimana l'invito che Gesù ci fa all'ascolto, perché possiamo dedicare del tempo per leggere la sua Parola e dedicare del tempo anche all'ascolto di chi, nella nostra famiglia, in questi giorni ha bisogno di aiuto.
Buona domenica.
Commento a cura di Piera Cori