Omelia (05-09-2021)
padre Paul Devreux
Commento su Marco 7,31-37

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.

Gesù sta facendo una lunga passeggiata lungo il mare, in terra pagana, e si accorge che anche lì la gente accoglie volentieri la sua parola e ha bisogno di lui.


Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano.

Un sordomuto è principalmente un sordo. Questo gli rende difficile le relazioni e gli impedisce di sapere chi è Gesù, per cui sono gli altri che ce lo devono accompagnare, e questa è la missione di tutti i cristiani. Ma sordo posso esserlo anche io, quando non voglio ascoltare, e questo rende molto più difficile l'opera di chi vuole farmi conoscere Gesù. Tante volte questa sordità è dovuta a esperienze negative e a sofferenze vissute. E' già una fortuna se riesco a rendermi conto che sono sordo, impermeabile all'accoglienza dell'amore di Dio e degli altri.

Questo sordo ha la fortuna di avere delle persone che gli vogliono bene e di cui si fida, tanto da lasciarsi portare da Gesù che è uno sconosciuto per lui.


Lo prese in disparte, lontano dalla folla

Gesù è un maestro di relazione e la prima cosa che fa è portarlo in disparte, lontano dalla folla. Questo è fondamentale. La prima condizione per poter ascoltare è il silenzio. Lontano dai discorsi banali, dai luoghi comuni, dai condizionamenti sociali, per acquistare la libertà di pensare e di ascoltare discorsi nuovi, che spesso sono tabù nel quotidiano.


Gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua

Da chi mi lascio mettere le dita nelle orecchie? Da chi mi lascio toccare le ferite? Questo è quello che sta facendo Gesù. Con un semplice gesto fa capire a questo fratello che conosce la sua sofferenza. Forse avrà anche pianto con lui.


Guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro.

Gesù prega suo Padre, sospira perché condivide la sofferenza di chi è sordo e solo, come tantissime persone oggi, isolate nella loro sofferenza e incapaci di comunicare.


Gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!».

Potenza di Dio, Parola che ricrea la vita, la comunicazione, la gioia di vivere! Questo è il nostro Dio e per questo va fatto conoscere. Dio ha creato il mondo, Gesù è venuto a rilanciare la vita, e ci chiede di collaborare a questa sua missione, anzitutto lasciandoci toccare da lui, per poi essere in grado di portare a Lui tutti quelli che ne hanno bisogno. Questa è la massima urgenza di oggi. Tante sofferenze e tanta solitudine è dovuta alla sordità, e difficilmente chi sta male capisce che Gesù ha una soluzione per lui.


E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.

Che bellezza. Come sono contento quando riesco ad ascoltare il Signore e anche quando riesco ad accompagnare qualcuno da Lui perché possa ascoltarlo.


E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Signore facci strumenti di questa tua opera meravigliosa.


Buona domenica.