Omelia (19-09-2021) |
don Roberto Seregni |
L'ultimo di tutti Leggendo il Vangelo di questa domenica, la prima cosa che attira la mia attenzione è la pazienza di Gesù. Marco, forse piú di tutti gli evangelisti, sottolinea con forza la radicale incomprensione che regna tra il maestro e i discepoli, una incomprensione che si fa sempre piú forte mentre Gesù si avvicina alla Croce. Il maestro prepara i suoi discepoli annunciando la sua morte e la sua resurrezione, ma sembra che i dodici siano totalmente impermeabili alle sue parole. Gesù annuncia la sua morte, ma loro - che non capiscono e non si sbilanciano nel fare domande - si trastullano tra sogni di gloria chiedendosi chi di loro sia il piú importante. Non hanno capito un tubo, sono su altro pianeta, ma Gesù, il maestro paziente, si siede con loro e prende tra le sue mani i loro cuori e svela la logica illogica del Regno del Padre suo: scegliere l'ultimo posto, con la certezza che sia il primo. L'ultimo posto, il suo: Lui si è messo dalla parte dei piú poveri, gli ultimi, i dimenticati e gli abbandonati. Lui si è messo in fondo alla fila, servo di tutti, amico degli ultimi. Il discepolo sceglie l'ultimo posto perché sa che quello è il posto del suo Signore. In questi anni di missione nella periferia nord della megalopoli di Lima, ho sperimentato sulla mia pelle che Gesù è presente negli ultimi, nei poveri, negli emarginati. Ho dovuto mettere da parte tante belle teologie studiate negl'anni di formazione e imparare ad ascoltare. Ascoltare davvero. Ascoltare senza pensare a cosa dire, a cosa rispondere, a cosa aggiungere. Ascoltare e basta. Ascoltare per riconoscere la sua presenza proprio lì dove mai mi sarei immaginato di incontrarlo. Riconoscerlo presente e accorgermi che mi stava aspettando tra quelli che noi consideriamo gli ultimi, ma che per lui sono i primi, i preferiti di Dio. I primi che devo cercare, amare e servire. don Roberto Seregni |