Omelia (31-10-2021) |
don Roberto Rossi |
Dio e il prossimo, con tutte le forze I contemporanei di Gesù, cercando di tradurre nella pratica la legge mosaica, avevano messo insieme molte norme e precetti, col rischio di perdere l'essenziale: cioè il senso della vita, la relazione con Dio, la relazione con le persone. Seguendo altre piste anche nella nostra società ci sono molto consuetudini, modi di pensare e di comportarsi, abitudini, schemi mentali e sociali. Anche per noi c'è il pericolo di perdere l'essenziale: un senso profondo che la vita richiede per essere vissuta degnamente, una fede in Dio che ci pone in relazione con il Signore in maniera vitale, le relazioni con il prossimo che rischiano di essere molte volte inquinate e conflittuali. Abbiamo nel Vangelo la domanda di un uomo che si rivolge a Gesù, perché lo ritiene un vero maestro di vita. Gli chiede qual è il più grande dei comandamenti, in mezzo ad una serie grandissima di precetti. La risposta di Gesù è presa dalla parola di Dio, dai testi dell'antico Testamento. Gesù afferma: "Il primo è: ascolta Israele, il Signore nostro Dio è l'unico Signore, amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente, con tutta la tua forza. Il secondo è questo: amerai il tuo prossimo come te stesso". Quando mi trovo davanti a un testo così profondo, completo, santo come questo, penso a qualcuno che ha cercato di vivere così. Certamente Gesù ha vissuto così. Ma ci sono anche tante anime belle, santi famosi o santi nascosti, persone che possiamo chiamare ‘un vangelo vivente'. Annalena Tonelli, è un'anima che vive una ricerca profondissima di Dio e lo cerca nell'anelito del suo cuore, è un'anima che ha consacrato tutta la sua vita ai più poveri dei poveri, cercando di condividere il più possibile la loro povertà e di sollevarli dalla loro miseria e dalle loro sofferenze, dalle loro malattie. Tante volte ci ha detto e ti ho scritto: "La vita ha senso solo se si ama". Possiamo comprenderlo anche noi, perché ogni vita, ogni creatura, viene dall'amore e si realizza nell'amore. Quello che mi colpisce è l'espressione concreta, intensa, profonda, totale:‘amare Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente, con tutte le forze'. Gesù ha vissuto così, Maria Ss. è la discepola che porta nel cuore la parola del Signore. Anche per noi c'è questo invito, dato con questo massimo comandamento. E possiamo sentire l'amore di Dio, possiamo essere felici di questo amore: Lui il Signore, innamorato di noi, di me; noi, ciascuno di noi, innamorati di lui. Non Dio ogni tanto: Dio sempre, continuamente, con tutto me stesso. Come posso esprimere questo amore? Stare con Lui, parlargli e ascoltarlo; aivere e andare alla vita di ogni giorno con Lui. Dio, Dio, Dio... vediamo che nella nostra giornata c'è di tutto e forse solo qualche volta, la sera, stanchi e dissipati, ci ricordiamo di una preghiera pronunciata in fretta. Dio con tutto il cuore, con tutta la nostra vita! Il primo vero amore a Dio è il prossimo. Ci può essere tante volte la tentazione, la fragilità, il peccato, il rischio di rimanere chiusi in noi stessi, di vivere da egoisti, di pensare soltanto alle nostre cose. E impiegare tutte le nostre energie nelle cose materiali, mondane. Gesù ci insegna l'amore al prossimo, che è un tutt'uno con l'amore a Dio. Se io cerco di amare il Signore, amerò le persone e se voglio amare veramente le persone, ho bisogno di Dio. Gesù richiama il testo dell'antico testamento:"Amerai il tuo prossimo come te stesso". Ma quando lo pone come novità di vita, come comandamento nuovo, ‘il suo comandamento', dirà: "Amatevi gli uni gli altri, come Io vi ho amato". E noi sappiamo o dovremmo sapere come ci ha amati, con tutta la sua vita, la sua croce, la potenza della sua risurrezione. Alcune sottolineature perché l'amore al prossimo sia vero, sincero...L'amore c'è, non quando io penso di amare, quando faccio tante cose, che pure vanno fatte, ma quando qualcuno si sente amato, capito, aiutato, incoraggiato, disinteressatamente. L'apostolo Paolo nell'inno alla carità che si trova nella prima lettera ai Corinzi dice: potrei fare anche le cose più grandi, ma se non l'ho l'amore, vale niente. San Vincenzo de Paoli, un santo che è un campione della carità, ai suoi diceva così: "quando ti chini per sollevare un povero caduto a terra e lo aiuti a rialzarsi, quando si volta per vedere chi lo ha aiutato e per ringraziarlo, non deve trovare nessuno, deve avere l'illusione di avercela fatta da solo". Gesù un giorno disse: "Non sappia la tua destra ciò che fai la tua sinistra". Ci potrebbe essere in certe nostre azioni, che chiamiamo azioni di carità, di servizio, ancora una volta l'amore noi stessi, quasi un narcisismo spirituale, la ricerca di una gratificazione, di una visibilità per mettersi in mostra, per sentirsi bravi... Gesù ha vissuto diversamente e ci insegna un amore puro: quell'amore che c'è quando l'altro si sente amato, non giudicato, sorretto da un'amicizia che è vita. Siamo chiamati a vivere l'amore al prossimo nella nostra professione, nella famiglia, nelle relazioni con gli altri, soprattutto con i poveri e le persone in difficoltà. Possiamo intraprendere e coltivare la vita nell'amore con fiducia, perché se Gesù ci ha dato il comandamento dell'amore, ci ha dato anche il suo Spirito Santo che è Amore in Dio, che è amore in noi. In questi giorni molti ragazzi ricevono la Cresima. Come sarà la loro vita? Come saranno queste ragazze e questi ragazzi? Possono superare le tentazioni di chiusura, di egoismo, possono diventare, con la grazia dello Spirito Santo, persone belle, luminose, generose che rinnovano la vita della Chiesa e della società, con l'amore, con la bontà. |