Omelia (07-11-2021)
don Roberto Seregni
Tutto quello che aveva

Mentre leggevo questo brano di Vangelo, mi sono accorto che ho avuto la fortuna di conoscere molte donne come la vedova del tempio. Donne che non fanno notizia, che lavorano, soffrono e gioiscono nel silenzio abitato da Dio. Ci vogliono gli occhi di Gesù per riconoscerle, ci vuole il suo udito per accorgersi che quel tintinnio è diverso: non è il rumore sordo di una moneta lasciata cadere distrattamente nel tesoro, ma quello di una vita consegnata alle mani del Padre. È un'armonia leggera, è una melodia che non cerca la ribalta.
In questi anni di missione in terra peruana ho avuto la fortuna di conoscere donne che mi hanno evangelizzato, che mi hanno insegnato il vero peso della parola "speranza". Penso a Fabiana che ha due figli con disabilità e non smette di lottare per i loro diritti e ringraziare Dio. Penso a Rosita che non si stanca di pregare per la conversione di suo marito. Penso a Emily che due giorni fa ha perso suo figlio e teneva stretto il Rosario mentre si inginocchia sulla sua tomba. Penso a tante madri, donne dalla fede cristallina e granitica che mi hanno insegnato l'arte della fiducia. Penso a tante donne che ho conosciuto che non sanno né leggere né scrivere, ma che con la loro vita mi hanno aiutato a leggere il Vangelo e a contemplare un po' piú da vicino la bellezza e il mistero del Regno di Dio.