Omelia (14-11-2021)
padre Paul Devreux
Commento su Marco 13,24-32

Questo è un Vangelo scritto con il linguaggio apocalittico, che è molto simbolico e punta a svelarci una buona notizia: Il Signore viene.


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«In quei giorni, dopo quella tribolazione

La tribolazione di cui parla Marco, l'evangelista, è la distruzione di Gerusalemme, che Gesù aveva preannunciato. E' stato un momento di grande sgomento per tutta la comunità sia di giudei che dei primi cristiani. Una delle sue conseguenze fu la diaspora; cioè la dispersione di tutti i giudei e cristiani attraverso l'impero romano. Oggi abbiamo altre tribolazioni. Ogni generazione ha le sue.


Il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.

Questo è già una buona notizia. Il sole e la luna erano divinità pagane, oggi scomparse.
Oggi abbiamo altri idoli come la ricchezza, il benessere, la bellezza, e altri. Gesù promette che possono perdere potere su di noi. Basta ascoltare Gesù. Le stelle sono i potenti di tutti i tempi. Saranno sconvolti da una cultura nuova, quella cristiana.


Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria.

Figlio dell'uomo che viene è Gesù, ma anche tutti quegli uomini autentici, che portano avanti la cultura evangelica, cominciando dal nostro Papa Francesco, ma anche tutti quei padri e madri di famiglia che si dedicano corpo e anima ai loro figli. Insieme, con Gesù, sono una potenza che vuole costruire un mondo bello.


Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo.

Gli angeli sono quelli che si danno da fare per tenerci uniti e aperti alla speranza. Ognuno di noi può esserlo.


Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.

Vediamo che Gesù e il mondo che ha sognato di realizzare si sta avvicinando oggi, come sempre, da dei segni. Quali sono? Sono segni che posso vedere nella mia vita, quando sento che il Signore mi sta vicino e mi aiuta. Ma sono anche segni che possiamo vedere intorno a noi e nel mondo. Per esempio vedere che si fa strada la cultura della solidarietà universale, anche se non è per carità ma per convenienza, perché ci si rende conto che non si può più vivere chiusi nelle nostre frontiere, facendo finta che gli altri e i poveri non ci sono. Si capisce sempre di più che il mondo è piccino, fragile e che dobbiamo unirci per preservarlo. Vediamo che cresce la cultura del volontariato, del considerare normale il non stare in guerra e l'avere l'acqua in casa. Malgrado i problemi che abbiamo oggi, sono tante le cose che vanno meglio del secolo scorso. Questo è frutto del lavoro onesto di tanti, che non fanno notizia, ma costruiscono un mondo sempre migliore, anche grazie a Dio, il Dio vicino, il Dio con noi.


In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

Questa nostra generazione, più di tutte quelle che ci hanno precedute, è testimone del fatto che, di tanti discorsi politici che si sono fatti, la proposta del vangelo, anche per un non credente, rimane sempre la più costruttiva.


Quanto però a quel giorno o a quell'ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

E questa è la cosa più importante. Non so quando, ma so e sappiamo che possiamo contare sulla sua venuta, sulla sua presenza e sul suo aiuto. Il Padre sa benissimo quando è importante che venga. Fidiamoci di Lui.


Buona domenica.