Omelia (21-11-2021)
fr. Massimo Rossi
Commento su Giovanni 18,33-37

La solennità di Cristo Re dell'universo conclude l'anno liturgico; domenica prossima inizierà
l'Avvento, e con questo tempo forte in preparazione del Natale del Signore, comincerà il nuovo
anno liturgico.
Il Vangelo di oggi è famoso, ha ispirato scrittori, filosofi, registi cinematografici e teatrali, pittori,...
Si tratta del processo (a Gesù) davanti a Pilato: il quarto evangelista ‘ approfitta ' di questa occasione
per parlare della Verità che è Cristo ; conoscendo il modo di procedere di Giovanni, il suo intento
teologico - presentare non una storia cronologica della vita di Gesù, ma una riflessione sul Verbo
fatto carne e, fin dall'inizio, qualificato come il Cristo -, non indaghiamo se questo dialogo tra i due
protagonisti, uscito dalla penna dello scrittore ispirato, ci fu veramente, oppure no...
La pagina è letteralmente troncata sulla dichiarazione del Signore: " Chiunque è dalla verità,
ascolta la mia voce. ":
a mio modesto parere, sarebbe stato meglio chiudere il racconto con
l'obbiezione di Pilato alle parole del Nazareno: " Che cos'è la verità? ".
Quasi superfluo sottolinearlo: il tema della Verità è per Giovanni un vero e proprio tormento; e ne
aveva ben donde, lui, che, ai piedi della croce, assistette impotente all'agonia dell'amico, senza
sapere - almeno, non ancora, in quel momento - che cosa sarebbe accaduto dopo la morte del
Maestro. Dal racconto della crocifissione apprendiamo che le ultime parole di Gesù furono per lui,
Giovanni, e per sua madre Maria. Si potrebbe obbiettare: " E a chi vuoi che parlasse se non a loro
due? Non c'era nessun altro!... ".
Sarà vero, non sarà vero che sotto la croce c'erano Maria e
Giovanni? Che questa scena sia vera oppure no, non è rilevante. La Verità che ci preme non è inventata , è un'altra.... Quelle parole andavano dette, e Cristo le pronunciò prima di morire.
" «Donna, ecco il tuo figlio» - disse alla madre -. Poi disse al discepolo: «Ecco la tua Madre!». E
da quel momento il discepolo la prese nella sua casa" . (19,26-27).
Ma ritorniamo al colloquio tra Pilato e Gesù: conosciamo tutti la scena; in realtà le scene sono due,
quella che si svolge nella sala dell'interrogatorio, ove i personaggi sono sostanzialmente Pilato e
Gesù, e la scena che si svolge nel cortile del palazzo, dove sono riuniti i Giudei - folla e sommi
sacerdoti -. Tra Gesù e i Giudei non c'è contatto, Pilato fa da tramite; spostandosi tra una scena e
l'altra, ora interrogando con il prigioniero, ora interrogando i Giudei... Questi ultimi e il
Governatore romano si ricattano a vicenda, in un crescendo di ultimatum che sfocia nell'urlo finale:
" A morte, crocifiggilo! ". Il ricatto vicendevole è inevitabile perché ambedue sono chiusi al dono di
sé: la loro individuale salvezza è più importante della Verità . E a proposito di Verità, sembra
che Gesù parli da solo... Il popolo e i sacerdoti hanno rinunciato da un pezzo ad ascoltarlo. Dal
canto suo, Pilato tronca il discorso con una battuta sarcastica, più che una vera domanda...
Gesù confessa: " Il mio regno non è di questo mondo... ": il regno di Cristo ha un'origine diversa
dai regni del mondo presente, e obbedisce a una logica differente. Nulla in comune tra la regalità di
Gesù e le regalità terrene: queste si manifestano nella potenza, nell'oppressione, nella sopraffazione,
nell'umiliazione politica, financo fisica, dei nemici..." Mors tua, vita mea! ".
La regalità di Cristo, invece, si esprime nel dono si sé, nell'amore, nel servizio alla Verità, nel
rifiuto della violenza verbale e bellica, come strumento di autoaffermazione .
In ultima analisi, il mistero della regalità di Cristo si può intuire solo nel contesto della (sua)
Passione. Fuori da tale contesto è impossibile comprenderlo... ​
" Chiunque è dalla parte della verità ascolta la mia voce. ": Pilato non possiede la fede, dunque non
può capire che la Verità è Gesù ; la sua domanda ne è sintomo, e Gesù a quella domanda non
risponde... in realtà la risposta a cosa sia la Verità, Gesù l'ha già data con la sua vita, con la sua
predicazione, con i miracoli compiuti,...
L'unica risposta ulteriore, quella definitiva, l'avrebbe data versando il sangue sulla croce.
Gesù è un uomo di parola... " Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me " (12,31).
Dunque si lascerà elevare da terra e, finalmente regnerà... con tanto di corona! Questa è la Verità.
Se avremo fede in Lui che è la Verità, se ci lasceremo attrarre dalla sua Passione, morte e
risurrezione, allora saremo veramente liberi , secondo quanto ci ha promesso
(cfr. Gv 8,31):
liberi dalle nostre fragilità che ci inclinano al peccato... liberi da noi stessi... Ma anche liberi di
essere veramente noi stessi
, che siamo molto di più delle nostre fragilità, dei nostri lati oscuri, dei
nostri peccati.
Oggi celebriamo la regalità di Cristo, certo, ma anche la nostra regalità, quella ricevuta in occasione
del battesimo, insieme con la dignità sacerdotale e profetica .
La Grazia dello Spirito Santo che ha impresso in noi il suo sigillo indelebile , ci aiuti a innalzarci
davvero, per regnare fin da subito sulle nostre meschinità.
Possiamo dare il meglio di noi, per aiutare il mondo a dare il meglio di sé.
E così sia!