Omelia (14-11-2021)
don Mario Simula
La storia muta

Le vicende del mondo e tante storie umane, piccole e terribili, ci creano sgomento.

"Dove sta andando l'Uomo?", ci chiediamo. La violenza, la prevaricazione, lo strapotere dei potenti dilagano. Anche il normale quotidiano è attraversato da delitti orribili, spesso senza chiare motivazioni.

Davanti a questo scenario, vorremmo che l'intervento punitivo di Dio stabilisse, una volta per tutte, il confine tra il bene e il male. "Dio, vuoi che il mondo migliori? Punisci sempre e punisci severamente".

Questa è la nostra preghiera pagana e istintiva.
Non comprendiamo che pregando Dio così, contribuiamo a scrivere una storia muta, priva dell'interpretazione profonda del credente, amico del Dio della storia.

Il discepolo del Vangelo cerca la risposta ai drammi del mondo e alle ingiustizie che li provocano, nella Parola di Dio che "non passa".

Dio salva, dice la Parola.
Questo significa che Dio è sempre in mezzo a noi e con noi. E' dalla parte del debole, dello scartato, del rifiutato, dello sfruttato. I nomi di queste miriadi, la stragrande parte dell'umanità di tutti i tempi, sono "scritti nel libro della vita".

La storia veramente eloquente, oggi, è scritta da Dio, Signore della storia. La sua Parola di salvezza e di giudizio, risuona continuamente. Passa attraverso i segreti dei delitti e delle loro vittime. Legge il cuore dei carnefici. Occorre tendere l'orecchio e coglierla. Da Dio, infatti, viene la salvezza e il giudizio.

La salvezza per chi nella vita ha cercato il bene anche in mezzo a innumerevoli fragilità, a piccoli compromessi, a tentazioni di infedeltà, a continui ritorni al bene, amato più del male.

Il giudizio per tutti quelli che nella durezza del loro cuore "sono esistiti da soli", schiacciando tutti e tutto.
Come tritasassi senza pietà hanno coltivato un cuore crudele, e, indifferenti al sangue degli innocenti, alla morte ingiusta, violenta e inspiegabile di persone indifese, su questo marciume hanno costruito il potere.

Il popolo di Dio che cammina nel mondo, comprende che solo il Signore ha "parole di vita" dolci e forti che costruiscono storie di vita. Il popolo di Dio, composto da noi, suoi discepoli, diventa, per vocazione, il primo profeta che può interpretare "la storia muta", cercando di coglierne il significato di "segno" nel tempo. Il popolo di Dio è in grado, se ama il suo Signore, di gridare contro la storia muta, per dare voce alla storia di vita che viene da Dio.

La ragione è semplice: è il popolo voluto da Dio e che si fida di Dio. Che non si rinchiude nella gratificazione delle sue devozioni private, ma corre il rischio di spendersi per quella moltitudine di diseredati il cui nome è scritto "nel libro della vita". In quel libro è scritto anche il nome di tutti i vituperati, delle vittime di ogni sopraffazione, degli scarti di tutte le ingiustizie scritte in una storia muta.
Anch'essi "saranno salvati". Abitano, anche se spesso non lo sanno, nel cuore e nel dolore di Dio.
Questa è la storia che parla il linguaggio del Signore, contrapponendosi ad una storia che ha imparato a parlare soltanto con parole insanguinate, distruttive, che avvelenano e dividono.

Questo duplice volto della storia possiamo manifestarlo anche noi, ogni giorno, ad ogni età, in ogni cultura, in ogni appartenenza religiosa, in ogni ideologia.

Io posso essere artefice di una storia fatta di ingiustizie che non fanno chiasso, ma che sprofondano nel dolore tanti altri piccoli schiavi della nostra cattiveria quotidiana.

Il credente grida che "Dio è fedele, sempre, comunque". L'amore è fedele, sempre, comunque, se è Amore. Questa sicurezza e' la grande promessa che deve riecheggiare apertamente nel nostro animo e nella nostra esistenza. L'ultima parola non appartiene al prepotente, al tiranno grande o piccolo. A chi cerca di farla franca o che minimizza i suoi strozzinaggi morali e materiali, quelli affettivi e quelli che condizionano la libertà delle persone. Dio "possiede la storia". La governa con pazienza.

Anche quando le vicende umane appaiono illeggibili ai nostri occhi senza vista. O quando siamo sordi e diciamo: la storia è muta. Dobbiamo ricordare che essa lascia sempre una traccia incancellabile. Se non sappiamo decifrarla è per indifferenza o per tornaconto o perché ci accontentiamo di un Dio "privato".

Non esiste un Dio che si vendica o che, prima di intervenire, si gode lo spettacolo della sofferenza umana.

Esiste il Dio che è il fine della storia e che consola ogni lacrima, cura ogni ferita, risponde all'ingiustizia.

Mentre vediamo dipanarsi la malvagità di un mondo ostinato nel ripetere gli sbagli, Dio arriva al cuore di ogni uomo o donna sofferenti. E' il Signore del tempo e della storia. Anche di quella storia muta che non sappiamo leggere in profondità e nelle pieghe più nascoste.

Se crediamo, il fallimento più clamoroso della storia e di Dio è suo Figlio Gesù, entrato coscientemente nella nostra storia. Gesù ha indicato rotte di navigazione fatte di amore. Ha annunciato, immolandosi, la soluzione alle malvagità della storia. Non ha di fatto raccolto se non una condanna a morte umiliante e spregevole.

Guardando Gesù capiamo cosa significhi che Dio costruisce una storia eloquente, paziente, che sa attendere. Nel frattempo il Figlio, per amore, paga tutto e lo paga di persona.

Accanto ad una storia che sbraita perché nessuno ne comprenda i misfatti, accanto ad una storia muta, esiste una storia che parla il linguaggio della pazienza e della misericordia.

Gesù lo ricorda a tutti quelli che credono e a tutti gli uomini di buona volontà che ogni giorno scrivono i capitoli più splendenti delle vicende umane.

Ogni realtà umana si consuma. Rimane, come luce abbagliante, come consolazione che appaga, come orientamento per i disorientamenti che ci portano fuori strada, la Parola di Gesù.

Il mondo conosce e conoscerà sconvolgimenti. Se vuoi dare parola alla storia nel suo significato vero ascolta la Parola che non passa.

Ricorda: se Dio è con noi, chi sarà contro di noi? Se Il bene, la coscienza buona sono dentro di noi, chi potrà essere contro di noi? Tu vigila. Impara a riconoscere i segni dei tempi. Ama con coraggio il Dio dell'Amore.

Al resto pensa Lui che ha cuore, braccia, mani, tenerezza, perdono, misericordia per chi ha l'animo retto, illuminato e misericordioso. Per chi dà parole di vita alla storia muta.


Gesù, come è dura la lezione di questa settimana. Mi chiedi di abbandonare una fede da "chiesa chiusa" e mi chiedi di vivere una fede che diventa Storia viva dentro una storia muta.

Gesù, tu mi chiedi di compromettermi, anche se sono solo o soltanto minoranza.

Gesù, tu mi chiedi di vivere in questo mondo deturpato e violento. Mi chiedi di essere lievito che fa fermentare una pasta inerte. Sale che dà sapore ad avvenimenti che sanno di sangue.
Gesù, mi sento inadeguato a vivere da discepolo senza confini, senza barriere, senza reti di protezione.

Non ti nego che, a volte, vorrei un Dio vendicativo, punitivo e per questo rassicurante.

Non mi sfiora nemmeno il pensiero che la vera forza viene dalla pazienza e dall'amore. Dal Dio-Amore.

Tu sarai sempre alla porta del peggiore dei peccatori, in attesa che si converta. Io starò a guardare e a protestare dicendo che non è giusto. Come sono diverso da Te, Gesù!

Gesù, aiutami ad avere la forza di "uscire allo scoperto". Di raccontare, con la riscrittura di una storia bella, ciò che ho imparato da Te, guardandoti e venendo dietro di Te.

Gesù, aiutami ad abbandonare una fede comoda, da divano, puramente esteriore. Prendimi, con la tua dolcezza forte, e conducimi verso una fede che diventa carne dell'Uomo che soffre. Come hai fatto Tu che non hai esitato a spogliarti della tua uguaglianza con Dio per essere servo. Nel cuore di una storia muta alla quale ogni giorno cerchi di restituire la tua Parola di Vita.