Omelia (14-11-2021) |
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COMMENTO ALLE LETTURE Commento a cura delle Clarisse di Città della Pieve "Gesù Cristo ha vinto!": così si potrebbe sintetizzare la Parola ascoltata oggi; e la Lettera agli Ebrei ce lo assicura: Cristo, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio. Ecco allora il trono del Vincitore: la destra del Padre. Questa domenica fa da grande "portone" alla prossima, in cui celebreremo la Solennità di nostro Signore Gesù Cristo Re dell'universo: Gesù Cristo è vincitore per sempre sulla Storia, attraverso la sua morte in croce per noi e la sua Resurrezione dalla morte. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo. Chiudiamo per un momento gli occhi: quale immagine ci appare all'udire questa affermazione di Gesù? Non forse la sua gloriosa Croce che abbraccia e redime il mondo intero? Una lettura solo superficiale dell'odierno Vangelo e, ancor prima, del brano del Profeta Daniele, si fermerebbe all'annuncio di un tempo di angoscia e tribolazione. E noi, uomini soggetti al peso della carne, all'udire questo subito ci spaventiamo, ma poi facilmente e rapidamente dimentichiamo, continuando a vivere la nostra vita di tutti i giorni incuranti che ci sarà, prima o poi, un Giudizio finale sulla Storia e sulla nostra storia personale. Ma il Signore, che non dice menzogne, ci avverte: un giorno Egli verrà. E lo scopo del suo annuncio non è di metterci paura, ma di colmarci di speranza; non per farci stare tranquilli nella certezza di essere salvati perché già si è offerto Lui per tutti, bensì per spronarci a una vigilanza, a un impegno concreto e continuo di conversione che non può essere rimandato a domani. Gesù infatti anticipa ai suoi discepoli alcuni segni sul come verrà, ma non dice quando: questo non lo sa neanche Lui (dunque tanto meno gli oroscopi e le carte!), ma solo il Padre. "Tutti i giorni sono buoni": serviamoci di questa espressione popolare per associarla anche alla sua Venuta gloriosa. Riassumendo, la Parola di oggi ci annuncia sì angoscia, tribolazione, sconvolgimento della creazione, ma anche vita nuova (il fico tenero che mette le foglie) e speranza certa: In quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro. Carissimi, tutti siamo scritti dall'Eternità nel libro del nostro Creatore e Padre, a meno che non sia la nostra stessa libertà di figli di Dio usata male a cancellare il nostro nome, e allora molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l'infamia eterna. Vita eterna o dannazione eterna? Su questi due poli si muove la nostra esistenza. In concreto: dove vogliamo orientare questa nostra vita terrena, primo dono di Dio? Verso la Vita eterna, pregustandola fin da ora quaggiù, o verso la dannazione eterna, rendendo già ora insopportabile la vita a noi stessi e agli altri? Vigiliamo, fratelli e sorelle, vigiliamo costantemente su noi stessi. Alla sera di ogni nostro giorno, chiediamoci chi è stato l'oggetto del nostro amore: il nostro Io egoista, o Dio e i fratelli? E se ci accorgiamo che al primo posto ci siamo ancora noi e le nostre voglie e passioni, proponiamoci di ricominciare domani ad amare Dio che ci ha amati per primo e, in Lui, ordinatamente, amare noi stessi e gli altri come Lui ha amato noi. Il grande sant'Antonio abate iniziava ogni sua giornata proponendosi: «Oggi ricomincio!». "Oggi - ripetiamolo ogni mattina a noi stessi - ricomincio ad amare". Si tratta di orientare alle Realtà eterne - di cui già custodiamo il seme dentro di noi, fatti a immagine e somiglianza di Dio - la nostra vita terrena fatta di incontri, relazioni, eventi, ma anche di tanta ordinarietà e ripetitività. È l'Amore che rende nuovo ogni nostro giorno, pur facendo le stesse cose e incontrando le medesime persone: l'Amore è novità perenne! Teologicamente parlando: l'Amore è lo Spirito Santo. Nell'amare dunque c'è salvezza e c'è saggezza, perché l'amore contagia, e salva noi e gli altri. I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre. Questo è il nostro destino ultimo: quale bellezza! Quale dolcezza! Siamo nel mese dei defunti: quanto ci commuove e ci colma di gioia sapere che i nostri cari e tutti coloro che ci hanno amato e ci hanno insegnato con il loro esempio ad amare (perché l'amore contagia!) sono stelle nel cielo eterno di Dio e che, accanto a loro, c'è un posto luminoso pronto per ciascuno di noi. Il Padre si serve anche di loro, oltre che della sua Parola che non passa e dei suoi Santi, per indicarci il sentiero della vita e comunicarci la dolcezza senza fine alla sua destra che tutti ci attende e che, nella fede, già pregustiamo e pienamente desideriamo. |