Omelia (01-11-2005) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento a Mt 5,3 Dalla Parola del giorno Beati i poveri di spirito perché di essi è il Regno di Dio (Mt 5,3) Come vivere questa Parola? Come è bello entrare nel clima rivoluzionario delle Beatitudini proprio oggi, in compagnia delle sante e dei santi che le hanno vissute e ora vivono la piena felicità senz'ombra di male né di dolore nella pienezza dell'Amore! Sì, le beatitudini sono il più forte annuncio del vangelo di Gesù, la sua "Magna Carta"! E sono letteralmente opposte a quelle che la mentalità mondana proclama con grande e svariata "batteria" di messaggi pubblicitari palesi e anche subliminali. Beati, bisogna esplicitarlo sempre, significa "felici". E la grande avventura del cristiano sta proprio qui: nello scoprire che là dove la mentalità corrente vede angoscia e dolore, il seguace di Gesù incontra la gioia. A un patto però: che abbia capito la priorità, in assoluto, dell'Amore di Dio. Potremo chiederci: perché la prima delle beatitudini riguarda la povertà di spirito? E ancora: Che significa "povertà di spirito"? Credo che la risposta sia questa. È la prima perché è la condizione ineliminabile per realizzare le altre. E povertà di spirito significa un grande "vuoto", uno "spazio" che tu fai dentro il tuo cuore perché Dio, con la sua gioia, con l'infinita ricchezza del suo Amore, possa abitarlo e operare in esso. In che modo? Proprio dando luce, sapore, senso di gioia a tutto quello che insieme con Lui e per suo amore tu intraprendi, senza ingombro di attaccamento egoistico a nulla e a nessuno. Oggi, nella mia pausa contemplativa, provo a fare del mio cuore un praticello verde su cui, in pieno sole (il sole dell'amore!) realizzo "capriole" da bambino di Dio, capriole di gioia. Signore, quanto amo i tuoi Santi! Soprattutto quelli che più mi parlano di quella semplicità di cuore che è totale esproprio da tutto quello che non è te. Dammi di essere come loro povero e piccolo: un vuoto, che tu riempi continuamente di amore. La voce di uno scrittore di testi di spiritualità Il povero riconosce che la sua vita è nelle mani di del suo Signore, il suo oggi e il suo domani; accetta con gioia di lasciarsi portare, senza pretendere nulla; senza imporre un suo progetto. Mons.Oscar Cantoni |