Omelia (01-11-2005)
Monastero Janua Coeli
Beati

Beati i poveri... beati gli afflitti... beati i miti... beati... perché di essi è il regno dei cieli.

Beati... è una parola un po' fuori uso nelle cronache di tutti i giorni. Notizie di morte, di malattia, di catastrofi, di epidemie, di guerre; notizie di crudeltà, di vincoli familiari infranti, di sevizie e di soprusi, di inganni e di ruberie. Beati... sono parole che si trovano sfogliando le pagine di un altro quotidiano, un quotidiano stampato in un oggi che non tramonta con le parole composte da ogni uomo nel suo oggi. Questo quotidiano che pochi leggono perché è dato gratuitamente in offerta speciale si chiama: Sacra Scrittura. Ci sono articoli che parlano di morte, di malattia, di catastrofi, di epidemie, di guerre; notizie di crudeltà, di vincoli familiari infranti, di sevizie e di soprusi, di inganni e di ruberie, ma alla fine di ogni articolo di "cronaca nera" si aprono righe di beatitudine e di salvezza, righe di speranza e di vita nuova. È in questo quotidiano che si trova scritto: Beato l'uomo a cui è rimessa la colpa e perdonato il peccato, beato l'uomo a cui Dio non imputa alcun male e nel cui spirito non è inganno. Il Signore rimette la malizia dei miei peccati, non perché sono diventato giusto e mi sono pentito, semplicemente perché mi ama, e davanti a questo amore immenso, gratuito, io posso rendermi conto della grettezza del mio vivere in cui ogni cosa si fa se ha il suo guadagno. Beati i poveri, gli afflitti, i miti, i perseguitati.. non perché sono poveri, né perché sono afflitti, semplicemente perché Dio è la loro ricchezza, la loro consolazione, la loro pace, la loro vita. Quando si riesce ad abbracciare una logica di gratuità, la vita risorge perché scompare ogni paura, ogni ansia, ogni preoccupazione. Dio ha cura di noi. Qui è la santità dell'uomo: se torna ad essere un bimbo, beato perché qualcuno lo ama, e di un amore senza misura.