Omelia (03-11-2005)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento a Luca 15,10

Dalla Parola del giorno

C'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte (Lc 15,10)

Come vivere questa Parola?

Accostare le due letture che la liturgia odierna ci presenta, cioè la pericope tratta dalla lettera ai Romani e il brano evangelico di Luca, fa saltare immediatamente all'occhio il diverso metro adottato da noi e da Dio nel rapportarci col fratello che sbaglia.

Paolo esordisce con un: "Perché giudichi il tuo fratello? Perché lo disprezzi?", mettendo in luce la nostra propensione a frugare nella vita del prossimo per trovare il neo su cui puntare il dito, quasi che questo scagionasse noi dal male di cui siamo responsabili.
Dobbiamo allora minimizzare tutto, passare sopra a evidenti scandali e ingiustizie, trincerarci dietro un silenzio che finisce con lo scadere in un tacito consenso? La risposta la troviamo nel vangelo. Gesù non esita a parlare di giusti e di peccatori, facendo così comprendere che non minimizza il peccato. Ma è l'atteggiamento che assume verso chi sbaglia che è radicalmente diverso. Egli "riceve i peccatori e mangia con loro". Altro che prendere le distanze e trinciare giudizi! Egli li accoglie nel segno della convivialità e dell'amicizia. Stabilisce con loro un rapporto di condivisione e di parità. Si fa loro compagno per raggiungerli là dove essi si trovano e reintegrarli nelle loro dignità di figli di Dio. Ed ecco la gioia esplodere perché "questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato". La gioia di Dio che Gesù vorrebbe veder dilagare nel cuore dei "fratelli maggiori", di quei "giusti" che non si sono mai allontanati dalla casa del Padre, ma che neppure sono riusciti a cogliere la profondità di un amore che tuttavia li avvolge.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, lascerò che il mio cuore vibri all'unisono con quello di Gesù, facendo passare davanti ai miei occhi persone che troppo spesso sono tentato di giudicare. Quale gesto concreto posso porre perché si sentano accolte "alla mia mensa"?
Signore, come posso assidermi alla mensa eucaristica io che tante volte catalogo ed escludo chi reputo "peccato-re" o chi in qualche modo mi fa ombra? Donami di far mia la sofferenza del fratello che si trova su vie sbagliate e di continuare a tendergli la mano da amico, da fratello.

La voce di un Dottore della Chiesa

Signore, la vostra piccola figlia vi domanda perdono per i suoi fratelli; essa accetta di mangiare con loro per tutto il tempo che vorrete il pane del dolore e non vuole davvero alzarsi da questa mensa alla quale mangiano i peccatori, prima del giorno da voi segnato. Signore rimanda-teci giustificati.

S.Teresa di Lisieux