Omelia (19-12-2021) |
don Roberto Seregni |
Beata colei che ha creduto Il racconto della visitazione è un piccolo meraviglioso gioiello letterario. Mi affascina "la fretta" di Maria che si alza e corre a visitare Zaccaria ed Elisabetta. Nella sua fretta traspare tutto l'entusiasmo e la gioia per l'annuncio dell'angelo, sembra che i suoi dubbi e il suo turbamento siano scomparsi. In lei c'è spazio solo per l'entusiasmo e l'allegria. La sua voce, il suo saluto, la presenza del Verbo eterno nel suo seno fanno sussultare di gioia il piccolo Giovanni nel ventre di Elisabetta. E sembra che le due donne scompaiano dalla scena. Un dialogo misterioso e segreto unisce i figli che portano nel grembo: la voce del profeta e la Parola del Padre, l'annuncio dell'attesa e l'atteso che annuncia l'irruzione del Regno di Dio nella storia degli uomini. Elisabetta e Maria custodiscono e nutrono nella loro carne la profezia e il compimento, sono il tramonto e l'alba, storia di Dio con l'uomo e storia di Dio che si fa uomo. La beatitudine di Maria, che crede nell'adempimento della Parola di Dio, anticipa e sintetizza le beatitudini del Vangelo di Luca e apre un cammino universale: la beatitudine vale per tutti i credenti, per tutti coloro che accolgono la Parola e la mettono in pratica. In questa ultima domenica di Avvento la Parola ci presenta Maria come modello dell'attesa. Lei, arca della nuova ed eterna alleanza, ci insegna come vivere i giorni santi del Natale: con gioia e disponibilità accogliamo Gesù, Parola fatta carne, che si Parola per abitare e trasfigurare nuovamente la nostra carne a immagine della Sua. don Roberto Seregni |