Omelia (26-12-2021)
Agenzia SIR


Con il tempo del Natale, contempleremo dal punto di vista cronologico, come anche sentimentale, i significati e per certi versi, le emozioni che scaturiscono dai personaggi che entrano nella grotta e, poi, in un secondo tempo, le reazioni di coloro verso cui si indirizza l'Atteso d'Israele. La nostra attenzione, oggi, si focalizza su Maria e Giuseppe, i primi a contemplare Dio, divenuto carne; il primo aspetto che colpisce la nostra riflessione, è che quanto accaduto nella grotta di Betlemme è frutto della loro obbedienza a Dio: l'incarnazione, infatti, è accaduta grazie al sì di Giuseppe e Maria. Quest'ultima fisserà nel suo cuore, riguardo agli eventi della manifestazione di Gesù, alcune parole e vicende per lei incomprensibili. Il ricordare diviene fondamentale riguardo al futuro, fissiamo nella nostra mente e nel profondo del nostro essere tutti quegli eventi che ci aiuteranno a comprendere quanto accadrà. Maria, in questo brano, fissa le parole del Figlio, avendolo perduto e ritrovato dopo tre giorni; si tratta di una preparazione a quello che accadrà al termine della vita terrena di Gesù. Nel vangelo di Luca, infatti, dopo questo evento, viene raccontato soltanto un altro viaggio che Gesù farà dalla sua terra natia a Gerusalemme: quello che avrà, come finalità, la sua morte in croce e resurrezione. La risposta del Figlio Gesù contiene in sé due verbi principali: cercare e occuparsi. E dopo aver pronunciato questa risposta nei confronti dei suoi genitori angosciati, Egli ritorna a Nazareth. L'occuparsi delle cose del Padre avverrà nella cornice della vita quotidiana di Nazareth. Dare gloria a Dio non significa, primariamente, andare in pellegrinaggio a destra o a manca, ma vivere la propria esistenza quotidiana con lo stile di chi cerca la volontà di Dio. Sentiamo spesso ripetere l'espressione che la famiglia è la cellula della società. Questo per indicare che, in primo luogo, con il concetto di famiglia intendiamo sì l''umanità intera, di cui la famiglia domestica è parte sostanziale; ma, allo stesso tempo, per indicare anche il luogo privilegiato in cui assumiamo tutti gli elementi per prendere parte attivamente alle istanze sociali. Ogni ruolo all'interno della stessa si amplifica, assumendo dimensioni comunitarie: la paternità e la maternità, infatti, non sono limitate al proprio ambito filiale, ma si allargano a tutto il contesto sociale, divenendo una missione che si incarna nel volontariato, nell'essere attivi in parrocchia, come catechista o parte di un'associazione. La medesima cosa vale per la fraternità, che, come vincolo, supera quello del sangue, poiché ci chiama ad essere amorevoli con tutti. La famiglia diviene, dunque, la scuola e la palestra, dove impariamo ad amare il prossimo, così come Dio con l'umanità e Cristo con la Chiesa.

Commento a cura di Luca De Santis