Omelia (01-01-2022) |
padre Antonio Rungi |
Con Maria, la nostra vita si colora di Dio Il nuovo anno solare inizia, come sempre, nel nome di Maria, Madre di nostro Signore Gesù Cristo. Ad otto giorni dal Natale, la liturgia ci riporta indietro di una settimana e ci pone in ascolto di quanto gli angeli dicono ai pastori nel momento in cui nasce il Signore. Segna di speranza e di contraddizione, Gesù è il riferimento costante di tutto il nostro agire ed operare da credenti e cristiani. Questo 2022 che iniziamo a vivere, partendo dalla celebrazione eucaristica, possa essere per tutti un anno di rinascita e ripresa. La pandemia è ancora galoppante in Italia e nel mondo e non ci lascia sereni nel corpo e nello spirito. Ci venga in aiuto alle nostre richieste di salute personale e pubblica la Beata Vergine Maria che celebriamo sotto il titolo di Madre di Dio e Madre nostra dolcissima. Il giorno di apertura del nuovo anno solare, infatti, è dedicato a lei e tutto l'anno è messo sotto la sua protezione, perché presso il Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio e suo Figlio, Maria può ottenere le grazie di cui tutti abbiamo bisogno in questo tempo difficile che stiamo vivendo. Se i nostri padri e nonni si sono trovati di fronte alla tragedia della prima e seconda guerra mondiale, noi oggi dobbiamo combattere un nemico invisibile, il coronavirus, che ha messo in ginocchio l'umanità intera. Da due guerre mondiali nel secolo XX alle guerre contro le epidemie in questo primo ventennio del XXI secolo. E non è sola pandemia a farci preoccupare, ma anche tanti altri problemi che riguardano l'umanità di oggi: le guerre silenziose e dimenticate in tante parti del mondo, la fale, le ingiustizie, le violenze, la mancanza del rispetto dei diritti fondamentali delle persone umane, al di là della razza, della religione, della nazione o dello stato sociale in cui si trova o di condizione di salute in cui versa. Non a caso il primo gennaio di ogni anno per noi cattolici è anche giornata mondiale della pace e in questo giorno siamo invitati a pregare in modo speciale per questa finalità, ma soprattutto a fare qualcosa perché la pace non sia solo un sogno irraggiungibile ed irrealizzabile, ma una realtà possibile a partire dagli ambienti in cui noi viviamo ed operiamo. Quando nel 1967 Papa Paolo VI, oggi santo, in pieno periodo di guerre, più o meno fredde, istituì questa speciale giornata, l'8 dicembre, nella solennità dell'Immacolata fu celebrata per la prima volta il 1º gennaio 1968. Quella odierna è la 55esima edizione e ha come tematica, dettata da Papa Francesco: Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura. "In un mondo ancora stretto dalla morsa della pandemia, che troppi problemi ha causato, «alcuni provano a fuggire dalla realtà rifugiandosi in mondi privati e altri la affrontano con violenza distruttiva, ma tra l'indifferenza egoista e la protesta violenta c'è un'opzione sempre possibile: il dialogo. Il dialogo tra le generazioni». Dal 1967, quindi, il Papa invia ai capi delle nazioni e a tutti gli uomini di buona volontà il suo messaggio che invita alla riflessione sul tema della pace. Sono passati 55 anni da allora è ancora oggi ci sono conflitti e guerre in varie parti del mondo, nonostante l'impegno della Chiesa e di tanti uomini e donne che hanno lottato per la pace in tutti i modi. Scriveva Paolo VI nel suo primo messaggio: «Giunga ora il Nostro saluto fraterno e paterno ed il Nostro augurio di pace, con quanto la pace deve recare con sé: l'ordine, la serenità, la letizia, la fraternità, la libertà, la speranza, l'energia e la sicurezza del buon lavoro, il proposito di ricominciare e di progredire, il benessere sano e comune, e quella misteriosa capacità di godere la vita scoprendone i rapporti con il suo intimo principio e con il suo fine supremo: il Dio della pace».
|