Omelia (09-11-2005)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento a 1 Re 8,28-29

Dalla Parola del giorno

Signore Mio Dio, ascolta la preghiera che il tuo servo oggi innalza davanti a te! Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: Lì sarà il mio nome! (1 Re 8,28-29)

Come vivere questa Parola?
"Lì sarà il mio nome!". È bello fermarsi ad assaporare la gioia che si sprigiona da questa frase. Il nome, lo sappiamo bene, biblicamente sta per la persona. Quindi, Dio assicura la sua presenza nel tempio. Ma sia la seconda lettura che il vangelo rimandano a un altro tempio: quello della nostra persona e quello che formiamo unitamente ai nostri fratelli. Su questa pietra viva che sono io che sei tu, Dio ha inciso il suo nome. Dio dimora in me in te, "i suoi occhi giorno e notte sono aperti verso questa casa" che è la nostra persona. Una presenza che si concentra in quello sguardo vigile. Io posso dimenticarmi di Dio, ma Lui non si dimentica di me. Io posso non prestare attenzione alla sua presenza, ma Lui continua a seguirmi con un amore che ha del materno. Una presenza che interpella in prima persona, ma poi va oltre il singolo e diviene l'elemento coagulante che fa di noi una famiglia, una comunità, una parrocchia. Il nostro stare insieme, prima ancora di essere un dato sociologico, è un dato teologico. "Lì", in quella casa in quella chiesa, "sarà il mio nome". E questo, e soltanto questo, è garanzia di stabilità. La crisi che sta travolgendo tante famiglie e tante comunità ha, in ultima analisi, la sua radice proprio nel fatto che si è posto tra parentesi questo dato fondamentale. E l'errore più madornale che si possa commettere è quello di continuare a cercarne la soluzione battendo unicamente altre strade. Sì, interroghiamo pure sociologi e psicologi, prendiamo atto del cambio culturale in atto, ma non dimentichiamo che "la pietra angolare" è Lui, e che "invano si affaticano i costruttori se il Signore non costruisce la città".
Oggi, nella mia pausa contemplativa, sosterò con piena consapevolezza sotto questo sguardo. Mi ripeterò: su di me, sulla mia famiglia (o comunità) è il suo nome. Assaporerò la gioia che ne scaturisce. Prenderò poi la ferma risoluzione di tornare a mettere Lui al centro.
Donami, Signore, la consapevolezza della tua presenza vigile e fa' che io viva in costante atteggiamento adorante.

La voce di una giovane ebrea morta nei campi di concentramento
A volte, inaspettatamente, qualcuno si inginocchia in un angolino di me stessa: quando cammino per la strada o sto parlando con una persona. E quel qualcuno che s'inginocchia sono io. È come se qualcosa in me si fosse accordata a una preghiera continua. In me c'è qualcosa che prega, anche quando rido e quando scherzo
Etty Hillesum