Omelia (01-01-2022)
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COMMENTO ALLE LETTURE
Commento a cura di Gigi Avanti

Questo breve brano riportato dall'evangelista Luca non presenta eventi straordinari, ma appunto per questo ci conduce a premettere subito una considerazione importante, ci sollecita a riconoscere come, per Dio, sia proprio l'ordinario ad essere straordinario.
L'uomo di oggi, invece, si intestardisce a voler inseguire il clamoroso, l'eccezionale, il miracoloso, lo straordinario, perdendo quindi sensibilità e gusto per tutto quanto è ordinario, scontato, usuale, banale.
L'uomo d'oggi fatica ad ammettere che lo stile di Dio è lo stile di Chi opera nel qui ed ora dell'ordinario.Lo straordinario di Dio è l'ordinario della quotidianità più semplice.
Occorre quindi affinare il palato spirituale onde poter gustare la straordinarietà dell'ordinario, pena una sterilità spirituale che alla fin fine intristisce la vita.
E' infatti risaputo che Dio sia quasi restio ad operare miracoli (per come li intendiamo noi) e gradisca poco di essere tirato per la giacchetta a questo riguardo.
"Non è un miracolo lo storpio che si mette d'improvviso a camminare, ma alzarsi la mattina e trovare due calze da infilare nelle gambe". (Chesterton)
Cosa c'è infatti di più ordinario della nascita di un bambino? Ma al tempo stesso, paradossalmente parlando, cosa c'è di più straordinario della nascita di un bambino?
Nella scena di vita narrata da Luca emergono alcuni dettagli: lo stupore e la fede pura e semplice di pastori che sollecitamente, nel cuore della notte, muovono i loro passi per andare a vedere ("verificare quanto era stato loro rivelato") uno spettacolo che affonda le sue radici nella notte dei tempi, lo spettacolo "ordinario - straordinario" della nascita di un bambino.
Quante volte invece la nostra fede, la nostra povera fede, si impantana in dubbi, sospetti, tergiversazioni impedendoci così di accedere allo stupore di fronte agli eventi ordinari - straordinari seminati generosamente da Dio nella nostra quotidianità!
Ma il dettaglio che risalta di più è quello che riguarda l'atteggiamento di Maria (oggi ne celebriamo la Sua Maternità).
L'atteggiamento di Maria di fronte a tutto quanto le sta accadendo si sintetizza in questa pennellata geniale di Luca: "Maria, da parte sua, conservava tutte queste cose, meditandole in cuor suo".
Lo stupore di Maria diventa orazione silenziosa (questo è anche la meditazione). Uno stupore silenzioso diventato magicamente orazione e offerto come esempio a noi oggi.
Si parte sempre dallo stupore per arrivare all'orazione. Come poter mantenere la nostra anima sensibile allo stupore per le grazie innumerevoli disseminate da Dio sulla nostra strada, nella nostra esistenza quotidiana?
Mantenere e conservare un'anima sensibile allo stupore richiede di "diventare come bambini", di frenare la voglia di pensare troppo, di voler spiegazioni razionali per tutto quanto ci capita di inaspettato, di imprevisto, di immaginare Dio con la nostra piccola mente ("Dio delude sempre chi se lo immagina a modo suo").
Mantenere e conservare lo spirito di stupore "bambino" di fronte al "Bambino" appena nato, diventa allora atteggiamento fondamentale per vivere una spiritualità semplice e gioiosa nella quotidianità delle nostre rela