Omelia (03-01-2022)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Gv1,32-34

Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: «Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo». E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Gv1,32-34


Come vivere questa Parola?

Il Battista riconosce il Figlio di Dio in mezzo a una folla di anonimi penitenti. Nella penombra del quotidiano vivere e soffrire si cela il mistero della divinità: nascostamente Dio ci visita e cerca chi lo sappia riconoscere. La presenza di Dio nella storia è un fiume carsico, occorre chi gli apra la strada verso la superficie, chi sa tirarlo fuori dal mondo dell'invisibile, il rabdomante che ne sappia rivelare la presenza. Il Battista penetra con occhio profetico il velo delle apparenze, per parlarci di una realtà che matura a partire dall'oggi. Il Signore prepara un banchetto per tutta l'umanità, offre se stesso come agnello, un cibo già pronto, una pietanza deliziosa per chiunque accetti l'invito a pranzo.


Il mio modo di rendere omaggio a Giovanni il Battista oggi sarà quello di curare maggiormente il mio sguardo, perché esso non sia più sottomesso alle passioni, ma con docile sobrietà sappia cogliere ovunque la discreta presenza del Signore.


La voce di una filosofa

"Dio e l'umanità sono come due amanti che hanno sbagliato il luogo dell'appuntamento. Tutti e due arrivano in anticipo sull'ora fissata ma in due luoghi diversi. E aspettano, aspettano, aspettano. Uno è in piedi inchiodato sul posto per l'eternità dei tempi. L'altra è distratta e impaziente. Guai a lei se si stanca e se ne va!"

Simone Weil


Don Enrico Emili enricoemili@tiscali.it