Omelia (07-01-2022)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mt 4,12-16

«Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta»

Mt 4,12-16


Come vivere questa Parola?

Appena dopo l'Epifania, la liturgia della Chiesa ci propone un salto di anni: il bambino Gesù diventa un adulto, e se fino a ieri ci ispirava tenerezza, oggi ne ammiriamo l'innocenza, la mitezza, la dolcezza contemperate nella virile fermezza di un uomo di trent'anni. In quegli anni nascosti ma decisivi sui quali le fonti storiche tacciono, si formò appieno l'uomo Gesù, che come luce poi uscì allo scoperto. L'annuncio del Regno di Dio è la sua stessa persona: per lui, come per ognuno che non voglia rimanere in eterno bambino, la scelta di passare dal "dono ricevuto" al farsi dono per gli altri. Gesù cambia residenza, cambia frequentazioni, cambia stile di vita: ormai il suo paese è il mondo.


Oggi voglio interrogarmi se la mia vita cristiana mi rende più sensibile e attento alle problematiche degli altri, di chi mi vive accanto, se riesco a valicare la soglia angusta del mio "ego" per avere accesso nei mondi ancora inesplorati che mi circondano.


La voce di un filosofo

"Quando l'uomo accetta il rischio di credere, diventa un altro"

S-ren Kierkegaard


Don Enrico Emili - enricoemili@tiscali.it