Omelia (10-11-2005) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento a Lc 17, 20-21 Dalla parola del giorno "Interrogato dai farisei: «Quando verrà il regno di Dio?», Gesù rispose: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!».". (Lc 17,20-21) Come vivere questa Parola? Al desiderio dei farisei di sapere "quando", Gesù contrappone la necessità di capire "come" viene il regno di Dio. E precisa: "non viene in modo da attirare l'attenzione". Soprattutto, prima che venga il giorno del Figlio dell'uomo, ossia il suo avvento glorioso alla fine dei tempi, "è necessario che egli soffra molto e venga ripudiato". Sappiamo bene che Gesù intende in tal modo sgonfiare le false aspettative dei giudei, specie degli addetti ai lavori d'ambiente apocalittico-farisaico, smaniosi di calcolare i tempi degli eventi finali ed erroneamente proiettati verso una manifestazione spettacolare del regno di Dio. Questo 'prurito' di sapere "quando" ha attraversato i secoli. Ancora oggi fanno notizia, tra gli ingenui e i creduloni di turno, le previsioni di falsi veggenti che sciorinano segreti a destra e a manca, approfittando dell'ignoranza religiosa di molti cristiani. E' dunque quanto mai necessario far convergere la nostra attenzione sul "come" viene il regno di Dio. E Gesù ci avverte: viene in modo discreto, quasi ordinario, silenzioso, pacato. Anzi, nella sua fase incoativa, è già in mezzo a noi, è nel nostro quotidiano attendere con fedeltà all'ascolto della Parola di Dio che si fa carne in noi, ossia vita che anela continuamente a risorgere, passando attraverso il mistero della croce. Mistero di cui Gesù ci rende avvertiti, lasciando intravedere come anche per noi il soffrire e il morire non è un incidente di percorso, ma la misteriosa opportunità che Dio ci offre per redimerci. Oggi, nel mio rientro al cuore, cerco di penetrare più profondamente il senso di questo 'come' viene il regno di Dio, in me e attorno a me. E invoco lo Spirito Santo perché mi renda attento e vigilante nella quotidiana attesa della venuta del Signore. Non ti chiedo, Signore, quando verrai, ma come vuoi che mi prepari alla Tua venuta, tinteggiando di speranza il mio ordinario quotidiano, soprattutto quando devo morire a me stesso per ritrovarmi 'vivò e 'liberò in te. La voce di una mistica del XX secolo Sento che il Maestro incalza. Non mi parla altro che d'eternità, d'amore, in tono sempre più grave, più serio: vorrei vivere così intensamente ogni minuto! Beata Elisabetta della Trinità |