Omelia (06-01-2022) |
don Roberto Seregni |
L'amato Il racconto del battesimo di Gesù mi ha sempre affascinato. Dopo trent'anni di silenzio e di quotidianità, l'evangelista Luca mette in scena la prima manifestazione pubblica del Signore. Si dice che la prima impressiona è quella che conta, ed in parte è proprio vero. In questa rivelazione iniziale l'evangelista sintetizza l'essenza e lo stile del Rabbí di Nazareth. Quello che mi affascina è che Gesù si mette in fila con i peccatori. In silenzio. Testa bassa. Uno di loro. Dio tra gli uomini. Bellissimo! Gesù svela il volto della solidarietà di Dio che cammina con il suo popolo, di un Dio che si mette in fila senza corsie preferenziali, di un Dio che ha fame e sete, piange per un amico, si commuove e si appassiona, ama e perdona. Troppo spesso abbiamo pensato a Dio come un essere perfetto e distante, freddo e calcolatore, seduto su una nuvola a dettare comandamenti e sentenze. Gesù frantuma questa immagine di Dio, la fa a pezzi. L'unico modo per sapere com'è Dio è guardare Gesù, la sua vita, le sue parole e le sue scelte. Lui, e solo Lui, è immagine del Dio invisibile (Col 1,15). La sua Chiesa deve continuare questa missione: scendere dalle cattedre, stare con la gente, mettersi in fila senza corsie preferenziali, ascoltare, accompagnare e accendere speranza nei cuori frantumati dal dolore o dalla povertà. La sua Chiesa deve essere un riflesso incandescente della sua misericordia e della sua tenerezza, accogliente come il grembo di una madre e disarmante come il sorriso di un bambino. È un cammino impegnativo di conversione e di spogliazione. Che lo Spirito di Dio ci infiammi di passioni e ci faccia volare leggeri sulle ali della grazia. don Roberto Seregni |