Nel giorno del battesimo, ci è stata rivelata l'identità di Gesù, figlio di Dio. Oggi, a Nazareth, Gesù ci mostra la sua carta d'identità, quello che è venuto a fare.
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch'io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
Da questa introduzione capiamo che Luca è come noi, perché non ha conosciuto Gesù personalmente. La sua fede nasce dalla testimonianza di chi ha vissuto con Gesù.
Provvidenzialmente scrive per un certo Teòfilo un racconto dei fatti accaduti, basandosi su cose già scritte e su testimonianze.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione.
Dire che ritorna con la potenza dello Spirito significa che tutti notano in lui qualche cosa di particolare, che testimonia che opera in comunione con Dio. Un po' come quando oggi ascoltiamo volentieri qualcuno perché sentiamo che ci comunica qualcosa di bello, di divino.
Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Gesù ha conosciuto i suoi primi discepoli frequentando Giovanni Battista, e quando torna in Galilea, viene ospitato a casa loro a Cafàrnao. Probabilmente in settimana lavorano insieme, ma fanno in modo di potersi trovare il sabato nei paesi vicini, dove c'è una sinagoga, perché vi era la consuetudine di dare la parola agli ospiti di passaggio come segno di accoglienza e per avere notizie; era il loro telegiornale. Gesù coglie queste occasioni per cominciare la sua predicazione e viene apprezzato.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere.
Nàzaret è il suo paesino, dove tutti lo conoscono, e si meravigliano delle notizie che sentono dire su di lui. Non vedono l'ora di ascoltarlo.
Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa.
E' un testo che tutti conoscevano a memoria.
Aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
Quindi va a cercare un pezzo del testo che ha deciso di leggere.
«Lo Spirito del Signore è sopra di me
Significa che è in piena comunione con il Padre e con li suo modo di vedere le cose; quand'è che possiamo dirlo anche noi?
per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio
Per questo motivo mi ha consacrato, cioè desidera che mi dedichi completamente a quello che è il suo desiderio: portare una bella notizia ai poveri, a quelli che sono coscienti di averne bisogno.
Qual' è il nostro bisogno oggi? Forse essere uniti, essere comunità, riuscendo ad esprimere fiducia e poter dare fiducia agli altri e alle istituzioni.
a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista;
prigionieri delle paure, incarcerati dalle paure, e incapaci di vedere una via per vivere bene, felici.
a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l'anno di grazia del Signore».
L'anno di grazia. L'anno che si possa definire benedetto dal Signore, senza oppressioni e limitazioni.
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all'inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui.
Silenzio. Tutti si domandano dove vuole arrivare, perché normalmente il testo continua, parlando di un intervento forte e violento del Signore, che viene con ira ad uccidere tutti i nemici di Israele, vendicandoli. E' per questo che il testo era conosciuto e piaceva. (leggete Isaia 61,1-2; 63,1-6) Ma Gesù si ferma prima.
Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Gesù disse oggi, ma quel'oggi, è anche oggi. Che cosa si è compiuto? E' arrivata la buona notizia di un Dio che oggi, come allora, per me e per tutti noi c'è. C'è e non ci chiede niente, perché ci ama gratuitamente, come un padre ama i suoi figli, sempre e comunque. Non ci chiede niente e per noi desidera solo la felicità; questa è la sua volontà, che possiamo essere contenti del dono della vita che ci ha dato. Per questo ci suggerisce di amare, perdonare, non giudicare ma provare a capire e apprezzare l'altro per poterlo amare come lui lo ama. Questo è ciò che rende quest'oggi interessante, per questo vale la pena viverlo, e per realizzare questo viene ad aiutarci mandandoci suo figlio, anche oggi, per riuscire a costruire questo suo regno di giustizia e di pace.
Buona domenica.