Omelia (23-01-2022)
diac. Vito Calella
Pregare la Parola per rendere possibile il Regno del Padre in mezzo a noi

La gioia del Signore è la vostra forza
Al termine della prima lettura, attraverso Neemia, il Signore ci ha detto: «Non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza» (Ne 8,10).
La forza per affrontare con gioia e ottimismo le sfide della nostra vita individuale e comunitaria del nostro quotidiano, al servizio del Regno del Padre è «la gioia del Signore».
La «gioia del Padre» consiste nel vedere la nostra comunità cristiana, «corpo di Cristo», che riesce ad essere fedele alla missione di realizzare il suo regno di giustizia e di pace nel mondo.
Riusciamo ad essere fedeli a questa volontà del Padre solo se decidiamo insieme di porre al centro di ogni nostra azione pastorale la luce splendente della Parola di Dio. Ricordando alcuni passaggi del Salmo 18B, vogliamo che «la testimonianza del Signore, che è stabile, renda saggio il semplice; i precetti del Signore, che sono retti, facciano gioire il cuore; il comando del Signore, che è limpido, illumini gli occhi» (Sal 18B, 8b-9)
L'incontro orante con la Parola di Dio è confermato dalla comunione eucaristica
La forza del camminare insieme nella nostra comunità, in stile sinodale, per contribuire a realizzare il Regno del Padre nella realtà in cui viviamo, è il nostro incontro orante con la Parola di Dio, confermato dalla nostra comunione eucaristica.
Noi cristiani crediamo che Gesù, il Figlio del Padre, è il Verbo definitivo di Dio fatto carne.
Pertanto, tutti i nostri incontri oranti con la Parola di Dio vengono illuminati e interpretati sapendo che il centro della nostra fede e l'evento più importante nella storia dell'umanità sono la morte di Gesù sulla croce e la sua risurrezione con la forza dello Spirito Santo.
É chiaro che nella nostra Chiesa cattolica la celebrazione liturgica più importante sia la Santa Messa.
Quando celebriamo insieme la celebrazione eucaristica, la verità della Parola del Signore, annunciata, accolta, spiegata, meditata, custodita da noi nel cuore e nella mente, è sempre confermata dal dono che Gesù, sacerdote servo, ha fatto di sé, una volta per sempre, quando fu crocifisso per la nostra salvezza e fu risuscitato dal Padre con la potenza dello Spirito Santo, per realizzare la nuova ed eterna alleanza con noi, per mezzo del dono gratuito dello stesso Spirito Santo, riversato nei nostri cuori.
La nostra comunione con il corpo e il sangue di Cristo, morto e risuscitato, rafforza in noi la gioia e la responsabilità di essere «il suo corpo» nel mondo. Abbiamo ascoltato oggi, per mezzo dell'apostolo Paolo, che tutti noi, «ebrei o greci, schiavi o liberi, siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, e tutti beviamo a un solo Spirito» (1Cor 12,13).
La celebrazione eucaristica prosegue fuori dalla chiesa, perché essa è culmine e fonte della vita.
Torniamo alle faccende della vita quotidiana essendo, tutti insieme, «corpo di Cristo».
Guidati dallo Spirito Santo, mentre viviamo le nostre attività quotidiane in famiglia, nella realtà del lavoro, nella società, la parola di Dio ascoltata, meditata e custodita nel nostro cuore e nella nostra mente viene alla luce al momento giusto affinché prendiamo decisioni in linea con gli insegnamenti del Vangelo e siamo artigiani di pace, giustizia e rispetto sia nei nostri rapporti umani che nel nostro modo di rapportarci ai beni materiali di questo mondo e a tutte le creature della natura.
La qualità dell'incontro orante con la parola di Dio
La prima lettura di oggi, tratta dal libro di Neemia, ci offre indicazioni importanti per valutare la qualità del nostro incontro orante con la parola di Dio. Abbiamo ascoltato la storia di una bella celebrazione che riunì il popolo di Gerusalemme, «uomini, donne e tutti quelli che potevano intendere» (Ne 8,3b).
Fu una giornata di ritiro incentrata sull'ascolto orante della Parola di Dio, che allora era il libro dei comandamenti di Dio per la vita del popolo.
In primo luogo, è necessario preparare l'ambiente, dando particolare risalto al luogo in cui la Parola di Dio sarà posta e annunciata. In occasione di quella celebrazione «era stata preparata una piattaforma di legno, eretta a questo scopo, [posta] su un luogo più alto» (Ne 8,4a.5a).
Con quale cura cerchiamo di dare un risalto speciale alla Parola di Dio nelle nostre celebrazioni?
In secondo luogo viene l'ascolto attento della Parola di Dio, in atteggiamento orante.
Il testo è proclamato da Esdra e ascoltato dal popolo. All'inizio «Esdra lesse il libro dall'alba fino a mezzogiorno» (Ne 8,3a). Il primo ascolto della Parola richiede una risposta alla preghiera: «Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: "Amen, amen", alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore» (Ne 8,7).
Con quale cura si preparano i lettori della Parola di Dio per annunciare all'assemblea la parola del Signore, sapendo che offrono la loro voce perché lo stesso Cristo risorto parli?
In terzo luogo c'è la meditazione, l'approfondimento, la spiegazione, l'interpretazione del testo.
Non basta ascoltare una volta sola, occorre riprendere lo stesso testo, mantenendo un atteggiamento orante tra tutti i presenti. «I levìti leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura» (Ne 8,8). Per questo è necessario avere qualcuno in grado di aiutare a interpretare correttamente il significato del testo o di indirizzare correttamente la condivisione della Parola ascoltata. In quell'occasione, l'ascolto orante del Libro della Legge toccò il cuore della gente, perché molti manifestarono l'emozione del pianto.
L'importante è che la Parola di Dio, accolta nella preghiera, rimanga custodita nella mente e nel cuore delle persone, perché diventi luce e forza di rinnovamento nella vita quotidiana.
In quarto luogo c'è la festa della condivisione dove nessuno è escluso, ma tutti possono godere della comunione generata grazie alla parola di Dio che si fa luce sul cammino delle persone.
Quella bella celebrazione della Parola si concluse con una festa dove non mancarono carni grasse e vini dolci, condivisi tra tutti, ricchi e poveri insieme.
Pregare la Parola per rendere possibile il Regno del Padre in mezzo a noi
L'incontro orante con la Parola di Dio garantisce la realizzazione del Regno del Padre nella nostra vita quotidiana. L'incontro orante con la Parola di Dio mantiene viva la chiamata ad essere fedeli alla nostra vocazione battesimale, crismale ed eucaristica. Il Cristo risorto ci illumina attraverso la sua Parola. Ciascuno di noi si sente chiamato ad essere membro vivo e attivo del corpo ecclesiale, che è il corpo di Cristo nel mondo.
Il popolo di Dio ha la missione di compiere azioni che rendano visibile la bellezza del Regno del Padre, che è pace e giustizia, è possibilità di relazioni rispettose, è testimonianza di unità nella carità, è capacità di camminare insieme in stile sinodale, ciascuno sostenuto dall'iniziativa santificante e unitiva dello Spirito Santo.
La Parola del Signore, attraverso l'apostolo Paolo, ci insegna che nella nostra comunità c'è un posto specifico per ciascuno di noi, perché esiste una molteplicità di servizi che si possono svolgere. Ognuno può dare il proprio contributo, valorizzando i doni che ha. .
Se in una comunità cristiana ci sono molti ministeri ben organizzati in un metodo organico di discernimento pastorale, è un segno della fecondità dell'incontro orante dei fedeli con la Parola del Signore.
Il vangelo di oggi ci mostra che lo stesso Gesù di Nazaret aveva chiara la sua missione in mezzo a noi grazie al suo rapporto, nella preghiera, con la parola di Dio dei profeti.
Si identificò con la profezia di Isaia 61,1-2 al punto da dire che quella profezia si adempì nella sua stessa persona. Egli si identificava nel servo del Signore, in quel redentore, guidato e animato dallo Spirito Santo, consacrato a «portare una buona novella ai poveri, ad annunciare la liberazione dei prigionieri, ai ciechi il recupero della vista, a liberare gli oppressi e ad annunciare la anno di grazia del Signore» (Lc 4,18-19)
L'incontro orante con la Parola di Dio attraverso i profeti ha portato Gesù a fare l'opzione fondamentale di evangelizzare i poveri.
Sapeva che i più sofferenti di questo mondo e i più peccatori non hanno soltanto bisogno di essere raggiunti dall'abbraccio misericordioso del Padre, che non vuole escludere nessuno, ma si poveri e i peccatori possono avere il loro cuore è più svuotato e possono essere disposti a consegnarsi fiduciosamente all'azione liberatrice e trasformatrice dello Spirito Santo.
L'incontro orante con la Parola di Dio attraverso i profeti ha portato Gesù ad annunciare a tutti noi che la sua missione di Figlio del Padre in mezzo a noi ha inaugurato «l'anno di grazia del Signore».
Non era più un anno giubilare, che si ripeteva ogni cinquant'anni (cfr Lv 25,8-13). È l'occasione per scoprire in noi, oggi, l'amore del Padre che ci salva e ci fa suoi figli prediletti, perché la grazia del Padre si è rivelata pienamente con la morte e risurrezione di Gesù e con il dono dello Spirito Santo .
L'incontro orante con la Parola di Dio ci faccia trovare il nostro posto nella comunità come membra del corpo di Cristo e ci renda discepoli di Gesù, avendo la gioia di essere nel Regno del Padre.