Omelia (23-01-2022)
don Giacomo Falco Brini
La tua Parola comunica gioia

Con il primo dei segni compiuti a Cana di Galilea, Giovanni evangelista ci ha presentato domenica scorsa un profilo sorprendente del messia e della sua missione. Non uno venuto ad assecondare l'attesa del popolo, tutta protesa verso un personaggio che deve ristabilire le sorti politiche di Israele, ma uno che si prende cura di una festa di nozze sul punto di far fiasco, restituendo ad essa quel clima di festa e gioia mancanti e simboleggiati dall'assenza del vino. Insomma, uno a cui sta a cuore la gioia dell'uomo, uno che interviene per entrare in ogni storia umana incrinata che rischia di far perdere il gusto di vivere. E che costui sia l'inviato di quel Dio che nessuno ha mai visto, il Figlio unigenito che è nel seno del Padre venuto per raccontarcelo (Gv 1,18) lo manifesta anche la 1a lettura di oggi, dove si narra di una solenne celebrazione del popolo attorno al sacro testo della legge. La parola di Dio contenuta nella legge è il cuore della fede di Israele rientrato dall'esilio. Davanti ai molteplici sentimenti del popolo sfocianti nel pianto per l'ascolto della parola, Neemia con Esdra esorta tutti: "andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza" (Ne 8,10).


Dunque la religione di Israele e il cristianesimo sono una fede dell'ascolto e della gioia che la parola di Dio comunica. L'importanza di focalizzare questa identità non è cosa scontata, ne è la prova la domenica che stiamo celebrando e che il papa ha voluto fosse dedicata alla parola di Dio. Non privilegiamo le immagini, perché crediamo in un Dio che ci parla e ci dice di non farsi immagine alcuna di Lui. Ma soprattutto, perché se proprio vogliamo cercarlo visibilmente, dobbiamo farlo nell'unico essere vivente che la Bibbia chiama immagine e somiglianza di Dio. Diventato Egli stesso carne umana, ci ha spiegato con la sua vita come incontrarlo e conoscerlo. Luca evangelista, che ne vuole raccontare la storia, assicura che ciò che ascolteremo quest'anno nella liturgia della parola non è fake, cioè non è come la comunicazione che avviene nei social dove non si conoscono le fonti e spesso non si sa chi veramente parla. Possiamo fidarci del suo vangelo: quel che comunica può rendere più salda la nostra fede (Lc 1,4).
L'avvio del ministero pubblico secondo Luca è segnato da entusiasmo "ad extra", cioè fuori dal luogo della sua crescita come uomo (Lc 4,14-15). "Ad intra" invece (a Nazareth), vediamo che le cose prendono una piega diversa. Lo spunto è dato proprio da un sabato qualsiasi in sinagoga, dove Gesù si alza per leggere una parola tratta dal terzo Isaia (Is 61,1-2). Il breve e solenne annuncio che il Signore fa nell'assemblea è uno di quelli che dovrebbe far trasalire di gioia tutti i presenti. Applicando la profezia a se stesso, Gesù si identifica con il messia che inaugura la nuova era tanto attesa dal popolo. È finita l'attesa, è arrivata la sorpresa: Egli è il consacrato dallo Spirito di Dio che porta a tutti una salvezza gioiosa, a partire dai poveri, i prigionieri, i ciechi, gli oppressi. Sono questi i privilegiati della comunità messianica, primi destinatari della buona notizia; proprio quelli che invece, normalmente, noi emarginiamo nelle nostre relazioni sociali. Non c'è dubbio che in questo rotolo di Isaia Gesù confermi e annunci le scelte programmatiche di Dio. Il vangelo ci dice che nel riavvolgere e consegnare il rotolo, in sinagoga gli occhi di tutti erano fissi su di lui (Lc 4,20). Segno che c'era grandissima curiosità su di lui, segno che l'umanità di Gesù esercitava una misteriosa attrazione, segno che notizie di fama ed entusiasmo sulla sua persona si diffondevano rapidamente e avevano raggiunto anche Nazareth. Il Signore non da adito a dubbi: oggi si è compiuta questa Scrittura che avete ascoltato. Gli crederanno i nazareni presenti? I loro occhi rimarranno fissi su di lui? L'annuncio avrà suscitato gioia nei loro cuori? L'attrazione diventerà adesione? E noi che oggi udiamo questo vangelo, gioiamo per questa parola? Non si abbia fretta di rispondere, aspettiamo il responso domenica prossima, quando con tutta la chiesa mediteremo sulla 2a parte di questo testo.