Omelia (23-01-2022)
don Roberto Seregni
Oggi si è adempiuta questa scrittura

Un soffio di luce fresca avvolge la piccola comunità che celebra l'eucaristia nel cortile della parrocchia. Il tramonto, con i suoi colori e la sua magia, accompagna la nostra preghiera. Dopo una giornata di sole torrido e di umidità alle stelle, ci lasciamo accarezzare volentieri dal vento fresco della sera. Le palme e i banani danzano eleganti sulle note della brezza che si intrufola tra le case e i vicoli della periferia nord di Lima. Da piú di due anni celebriamo la Messa all'aria aperta, custoditi dalla cattedrale meravigliosa della pachamama, la madre terra.
Ieri sera, terminando la celebrazione, uno dei miei chierichetti piú zelanti mi ha fatto notare un piccolo errore, una svista, che commisi durante la Messa. Naturalmente lo ringraziai di cuore, ma dentro di me sorrisi pensando alle tre infrazioni del protocollo liturgico commesse da Gesù nella sua prima apparizione pubblica nella sinagoga di Nazaret.

Nella narrazione del Vangelo di Luca, per quattro volte Gesù entra in una sinagoga e, ogni volta, si trova a dover affrontare situazioni di conflitto. Quello che la liturgia di propone oggi - cucendolo subito dopo il solenne prologo - è il primo dei quattro ingressi, che si chiude addirittura con la decisione di uccidere Gesù.
Prima infrazione. Il maestro si alza per leggere la scrittura, ma al posto del brano previsto dalla liturgia sinagogale, trova - e il verbo greco utilizzato da Luca indica il trovare dopo una ricerca - il brano di Isaia 61: l'investitura del Messia. Due sono i temi presenti in questo testo letto da Gesù: l'annuncio della liberazione e la predicazione dell'anno di grazia, il grande giubileo previsto dal libro del Levitico.
Seconda infrazione. Dopo l'anarchica scelta di un brano alternativo rispetto a quello previsto dal protocollo liturgico, il maestro si permette pure di mutilare il testo e di tralasciare il versetto che annuncia "il giorno di vendetta di Dio" (Is 61,2b). Con questa omissione, Gesù svela una visione nuova del volto di Dio: Lui non è venuto a giudicare, condannare o sterminare, ma a salvare il mondo (Gv 3,17).
Terza infrazione. Dopo aver annunciato il testo biblico, al posto di proporre, come era consueto, un commento a quella Parola scelta e ritagliata dal rotolo del profeta Isaia, Gesù annuncia un compimento: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi".

Lui, il figlio del falegname, è il messia atteso. Lui è la buona notizia, è la mano che scioglie le catene, è la luce che libera dal buio, è la verità che dona vera libertà. Lui è il compimento di ogni promessa. Lui, che rompe il protocollo liturgico, compie ogni attesa in un modo completamente inatteso e apre il cuore a orizzonti inimmaginabili.

Lasciati sorprendere da Dio. Lasciati spogliare, disarmati, fatti leggero. Cercalo dove non lo hai mai cercato e fatti trovare dove Lui da sempre ti sta aspettando.

don Roberto Seregni